Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno <1989>   pagina <520>
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Libri e periodici
tutto negli scritti pubblicati dopo il 1830 che il Roveretano sviluppa metodicamente la sua riflessione sulla società . Com'è noto, Rosmini partecipò ai tentativi di unificazione nazionale, patrocinando nel 1848, su invito di Gioberti, un accordo fra gli Stati italiani e Pio IX. Fallita la missione ed osteggiato dai Gesuiti, fu in seguito condannato dalla Chiesa per alcuni aspetti del suo pensiero. La figura di Rosmini ben caratterizza il clima della reazione spiritualista al secolo dei lumi. Se, infatti, fin dalle pagine giovanili emerge una critica al dispotismo, tale critica è tesa ad esaltare il ruolo della Chiesa come istituzione che, dotata di autonomia e di capacità di contrattazione nei confronti del potere politico, sola può esplicare una funzione critica all'interno della società. Non a caso, il principio della volontà popolare rappresenta per Rosmini, già dalla metà degli anni Venti, un rimedio peggiore del male costituito dall'assolutismo. Un'altra tesi di fondo è che la via dell'insurrezione risulta impraticabile per la debolezza militare dell'Italia dinanzi alla Santa Alleanza, per l'elitarismo delle avanguardie rivoluzionarie e per la mancanza di un'educazione nazionale. Ma l'attenzione per il problema politico domina la riflessione di Rosmini soprattutto durante il decennio 1839-1848. Nelle sue numerose opere di filosofia giuridica e politica, egli propugna un'intima connessione fra diritto e morale e rinnova il giusnaturalismo cristiano, centrandolo sulla nozione di persona come soggetto intellettivo il cui principio attivo supremo è informato al lume della ragione . Il tema della persona e della sua centralità si oppone al dominante individualismo borghese che perde di vista l'originaria dimensione relazionale dell'uomo e al tentativo del socialismo di assorbire totalmente la persona nella società. Categorie fondamentali dei diritti connaturali dell'uomo sono la libertà e la proprietà, che entra a pieno titolo nella sfera della persona poiché essa si esprime originariamente nel rapporto con le cose. Come rileva Campanini, con Rosmini ci troviamo dinanzi ad una vera e propria filosofia della proprietà , tantoché, secondo il Roveretano, privare l'uomo della proprietà significa impedirgli una fondamentale forma di realizzazione, attentare alla sua sfera di libertà cancellando la dimensione della responsabilità, del­l'iniziativa e della creatività. Da queste premesse scaturisce la polemica contro la .tradizione rivoluzionaria che ha portato in primo piano il tema della società, della sovranità popolare, dell'eguagli amento. Di conseguenza, nel libro La Costituzione secondo la giustizia sociale del 1848, l'anno stesso in cui sulle barricate parigine il popolo francese conquista il suffragio universale, Rosmini propone: il voto proporzionato all'imposta diretta che ciascun cittadino paga allo Stato , quindi una rappresentanza politica legata al censo, anche se temperata dalla creazione di un Tribunale politico, una sorta di Alta corte di giustizia, eletto a suffragio universale e accessibile da parte di tutti i cittadini; un governo monarchico temperato dalle leggi ; la inviolabilità del re e della proprietà. Con Rosmini, dunque, la reazione spiritualista si arrocca in politica sulla difesa della proprietà privata, sulla negazione del suffragio universale ed eguale, sulla sacralità del monarca, sul ripudio della sovranità popolare. Stridente appare, in particolare, la contraddizione di una società in cui vi sono persone, quelle appunto non proprietarie , che non esercitano un'attività postulata tuttavia come necessaria per tutte le persone, Rosmini è importante proprio perché teorizza, insieme a gran parte del costituzionalismo liberale ottocentesco, la negazione della democrazia. Nella prospettiva storica questa posizione sarà travolta, ma intanto il sacerdote roveretano fornisce ad essa nuove argomentazioni. Questo nodo cruciale viene troppo sottovalutato da Campanini, che lo relega in una nota a pie' di pagina nell'introduzione e nella breve presentazione di un passo rosminiano riguardante il Tribunale politico. Il curatore preferisce, invece, soffermarsi sul superamento, operato da Rosmini, del neoguelfismo, movimento che esaltava il ruolo civilizzatore del cristianesimo soprattutto nella sua forma cattolica, interpretando la realtà dell'Europa in termini di rifondazione della civiltà cristiana. In quest'ottica si inseriva la ripresa di temi medievalistici , proposti attraverso la rivalutazione delle categorie del tomismo sul piano filosofico e del << corporativismo a livello economico-sociale. Nelle Cinque piaghe della Santa Chiesa, con un significativo