Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno
<
1989
>
pagina
<
534
>
Libri e periodici
fosse un po' abusata per migliorare o semplicemente mutare le rispettive condizioni di partenza?
Ora, non è che queste duecento pagine scarse possano fornire un'adeguata risposta a tutti questi interrogativi, che sono comunque gli interrogativi che più di frequente si pone lo studioso dei nostri tempi: non era intenzione di Nastasi collocarsi su questo terreno, né, crediamo, era intenzione del curatore del volume soddisfare questo genere di curiosità; però alcuni elementi tipizzanti si possono ricavare da queste Memorie, sin quasi a tracciare un profilo da ritenere sufficientemente rappresentativo non certo di tutto il personale militare ma di talune sue componenti: ed è appunto questo il senso dì un lavoro che, come tutte le fonti, è innanzi tutto un contributo da vagliare nel confronto con altri apporti non necessariamente solo documentari.
Lasciando tale compito agli specialisti del settore, diremo tuttavia che alcuni connotati dell'autore-protagonista sono utili, intanto, a definire meglio lo spazio che la sua testimonianza può occupare all'interno delle fonti provenienti o relative allo stesso ambiente socio-professionale. L'origine, per cominciare: Vincenzo Nastasi è un siciliano di Augusta, provincia di Siracusa, dove è nato nel 1849 da una famiglia che Cordova chiama di commercianti ma che non si sa bene quali commerci svolgesse e con quali risultati; non sembra tuttavia di poter dire che fossero i commerci e i risultati assai floridi, se sì tien conto del fatto che Nastasi entra nella vita militare partendo dalla gavetta non in forza di un irresistibile richiamo della divisa e del prestigio che essa conferiva ma per risolvere il problema primario, quello dell'occupazione; a ciò si aggiunga che i fratelli di Nastasi vanno incontro a qualche disavventura giudiziaria (una imputazione e successivo processo per sequestro di persona, uscendone assolti ma solo in secondo grado) che in certo modo è rivelatrice di uno status non particolarmente elevato. Altre spie sembrano confermare tale rilievo: Nastasi si esprime, tutto sommato, in maniera abbastanza decente, ma, malgrado qualche pretesa letteraria o stilistica palesata in certi passaggi volutamente ispirati delle Memorie, non dà l'idea di aver compiuto studi di quelli considerati socialmente qualificanti: il latino non gli deve essere molto familiare se, a proposito di una certa carica, scrive di averla accettata ob torto collo (p. 150), e lo stesso italiano gli presenta qualche problema visto che nel 1917, presidente del Tribunale militare di Genova, dirà del Palazzo Ducale che è stato adibito a sede della Corte d'Assisi <p. 193).
La presenza di questi limiti espressivi (altri esempi si potrebbero aggiungere) alla base dei quali si intravede una certa angustia mentale preannunzia quello che finisce per rivelarsi il difetto più grave di queste Memorie: l'incapacità che è nell'autore di capire, anzi addirittura di guardare al mondo circostante, e la sorprendente, assoluta separatezza dalle vicende del paese. Attraversando quasi un cinquantennio di storia italiana, ci si aspetterebbe da queste pagine più di una annotazione su avvenimenti politici o militari, almeno su quelli più clamorosi che colpirono emotivamente l'opinione pubblica. Niente di tutto ciò: Nastasi sembra non accorgersi di nulla. Senza considerare che per i primi sette-otto anni le Memorie si riducono ad una sorta di agenda dove sono registrati con stile telegrafico viaggi, spostamenti, nomine e promozioni, anche per il periodo successivo, in pratica fino al primo decennio del Novecento, il lettore si imbatte in ben poco che possa far pensare ad una fonte storica, sia pure di mera storia militare. Tra Depretis, Crispi, Giolitti, guerre coloniali, crisi istituzionali, contrasti tra i partiti, lotte sociali, è come se per Nastasi non succedesse niente; le sue Memorie sono, in verità, le memorie di un individuo che il destino ha portato a vivere nell'esercito e che per un qualche bisogno dell'anima si sente indotto a descrivere e forse non a caso la forma adottata è quella diariatica il suo universo abbastanza circoscritto. Perciò il polo attorno al quale ruotano i ricordi di quella parte di vita compresa tra i 25-30 anni (con la promozione a sottotenente, un evento storico dal momento che
534