Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno <1989>   pagina <535>
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Libri e periodici
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Nastasi appunta anche l'ora in cui gli viene comunicata la notizia) e la prima maturità (con il collocamento a riposo col grado di maggiore, all'età di 53 anni) è essenzialmente la carriera militare, che con la destinazione a Torino e poi con i campi, le marce, i distaccamenti, si svolge prevalentemente in Piemonte, senza peraltro che Nastasi s'inter­roghi mai sul significato, in piena età crispina, di tutto questo febbrile armeggiare in prossimità del confine con la Francia. Abituato a cercare i luoghi sulle carte militari, Nastasi sviluppa alla lunga uno stile da bollettino di guerra e si concentra sulla descrizione delle quote, dei passi, dei forti, ma sempre come se tutto questo raccontare, quasi che scaturisse da un'esperienza di tipo turistico, avesse un valore esclusivamente personale e fosse il pro-memoria di chi vuole fissare nella mente i luoghi che ha visto per poi descriverli con maggior precisione ai nipotini nelle sere d'inverno.
Nella vita di Nastasi la guerra come esperienza vissuta in prima persona (e in prima linea) non fa in tempo a comparire. In realtà, l'impressione che si fa il lettore è che le manovre che egli predilige siano quelle sentimentali, in cui è ferratissimo: di tanto assediare il cuore femminile, però, una sola storia riesce a perforare la naturale barriera di discrezione che Nastasi erige a tutela delle sue amicizie e ad arrivare in dettaglio sulle pagine delle Memorie, ma lo merita perché è la classica storia del­l'ufficiale che ha una relazione con la nobildonna resa infelice da un matrimonio fallito.
L'amara conclusione di questa vicenda dai risvolti perfino drammatici (o melo­drammatici) è rivelatrice di una mentalità carica di significati ancestrali; e ciò fa sì che queste Memorie offrano il meglio di sé come documento di un modo di pensare in forza del quale certe scelte esistenziali, come quella del coniuge, si compiono anzitutto nel luogo natio, magari al termine di lunghe scorribande iniziatiche sul territorio stra­niero , e poi facendo bene attenzione a non deludere il sistema delle parentele. Così nel caso di Nastasi a scegliere la moglie sono in pratica i fratelli, che si basano su requisiti quali l'onorabilità e la disponibilità di una dote, ma a tutta l'operazione sovraintende la madre, carattere riserbato e non molto espansivo (p. 113), la cui dipartita, coincidendo con il matrimonio, assume non casualmente una forte valenza simbolica: circondata dal corteggio dei figli adoranti, la donna se ne va placidamente come una santa (p. 112), dopo essersi assicurata di persona della buona sistemazione del figlio e dopo aver lasciato disposizioni testamentarie nette quanto inappellabili.
11 matrimonio rappresenta un'autentica cesura nella vita di Nastasi, da una parte perché nascite, morti, battesimi e malattie diventano la materia corrente di queste Memorie, dall'altra perché, con il ritorno in Sicilia, il ruolo sociale di Nastasi si definisce col conseguimento di un rispetto che non è più frutto esclusivo della professione militare ma che deriva sostanzialmente dall'adeguamento alle norme del comune senso del vivere civile; Nastasi, infatti, manifesta di tanto in tanto una certa avversione per le convenzioni sociali, ma nelle decisioni che contano la sua personalità è pienamente inserita nella tradizione familistica meridionale, che egli accetta e perpetua senza discutere.
Lasciato l'esercito, Nastasi si dà all'agricoltura cercando dì mandare avanti un fondo portatogli in dote dalla moglie: l'uomo non è privo di intraprendenza e imposta un piano di ammodernamento delle antiquate tecniche agrarie diffuse ad Augusta e dintorni (in proposito non mancano pagine di un certo interesse), ma il consorzio cui si sforza di dar vita non trova un seguito e anzi urta contro la diffidenza del mondo rurale; però la sua tenacia lo porta in primo piano, e questo, come pure la carica di giudice conciliatore che Nastasi ricopre tra il 1905 e il 1907 gli procura le prime inimicizie, cosa che per la verità non pare preoccuparlo molto perché per lui, come già per Bismarck, ognuno ha bisogno di qualcuno da amare e qualcuno da odiare: energico e risoluto, ogni qual volta ricopre una carica pubblica Nastasi sfoggia quella inesorabile puntigliosità che da soldato non gli era servita molto ma che nella vita