Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno <1989>   pagina <536>
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Libri e periodici
civile, in una condizione depressa quale è quella di un piccolo comune siciliano, lo segnala come elemento dinamico e anche capace. Il culmine di tale processo di affer­mazione può essere visto nell'incarico di sindaco di Augusta che Nastasi ricopre per due anni, tra il marzo del 1911 e la primavera del '13: d'improvviso quest'uomo, che in passato non ha mai dimostrato di possedere un'opinione politica o una simpatia per questo o quel partito, si viene a trovare, nel momento in cui il porto di Augusta acquista un peso strategico ed economico in funzione della guerra di Libia, al centro delle lotte tra governo ed opposizione e, come spiega Cordova avvalendosi anche della documentazione d'archivio, si scontra col sistema di potere giolittiano uscendone natu­ralmente sconfitto.
Sotto il profilo politico è qui che le sue Memorie riescono a comunicare finalmente qualcosa di significativo: scritte sotto forma di diario, ma con tracce evidenti di una rielaborazione a posteriori, le Memorie, infatti, erano state spesso nella parte precedente la registrazione pura e semplice della vita familiare, quasi un bilancio, anno per anno, di vicende private e di iniziative economiche più o meno felici. A capo del municipio di Augusta Nastasi conosce finalmente la politica: non ne serberà un buon ricordo, ma se non altro ritroverà il gusto del narrare, un gusto che conserverà anche di fronte all'ultima prova importante della sua lunga vita: il richiamo alle armi col grado di colonnello allo scoppio della guerra del '15-'18. Si consideri che all'epoca Nastasi, che ha superato abbondantemente la sessantina, preme ripetutamente e si fa anche racco­mandare per ottenere di partire per il fronte. Alla fine ci riesce, ma l'età, oltre a costituire un limite inevitabile dal punto di vista dell'efficienza fisica, ne appannerà anche la capacità di comprensione degli avvenimenti: il contributo della sua testimo­nianza, infatti, è valido più che altro nel senso di porre in rilievo le rivalità tra gli ufficiali intermedi e il caos organizzativo; ma la giornata di Caporetto, che il destino gli fa vivere non come combattente ma in quanto presidente del tribunale militare del 13 corpo d'armata, nel suo racconto è solo la tragedia di una ritirata vista con gli occhi attoniti di un povero vecchio.
GIUSEPPE MONSAGRATI
PATRIZIA GUARNIERI, L'ammazzabambini. Legge e scienza in un processo toscano di fine secolo; Torino, Einaudi, 1988, in 8, pp. 226. L. 22.000.
11 volume prende in esame la misteriosa vicenda dei quattro bambini, scomparsi, tra il 1873 e il 1875, ad Incisa Valdamo e mai ritrovati, e il processo del presunto responsabile, che per molti è il responsabile preteso e costruito dall'opinione pubblica.
È un argomento, questo, che apparentemente riguarda ed interessa magistrati, medici e psichiatri e non davvero il campo storico.
Infatti mostri vengono creati ancor oggi e anche più facilmente attraverso il prepotente veicolo dei mass media, giudizi vengono espressi ancora oggi sulla base di indagini determinate in partenza, diagnosi vengono stilate senza il rigoroso e obiettivo metro della impersonalità scientifica.
Ma il caso e la vicenda nel suo insieme non sono da trascurare per gli studiosi di storia e più in particolare per quelli della microstoria , della storia del quotidiano, della storia dei nuclei familiari e delle cerchie paesane.
Patrizia Guarnieri ha lavorato proficuamente con risultati efficaci, specie per quello che riguarda la ricostruzione degli ambienti e della mentalità del tempo.