Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno
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1989
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Libri e periodici
molto lontane (la Repubblica fiorentina, ad esempio, aveva affidato all'Arte della Seta la tutela dei bambini abbandonati già dal 1294) e può essere interpretato come un segnale di sviluppo nella percezione del valore dell'infanzia. L'eliminazione volontaria o colposa del neonati costituiva, infatti, una pratica sì può dire da sempre adottata per sbarazzarsi di figli non voluti o eccedenti le possibilità familiari di sostentamento. Il concetto di carità e di salvaguardia non era, quindi, menzognero o strumentale, esisteva realmente insieme al senso del dovere nella lotta contro la raccapricciante pratica dell'infanticidio. Ma, accanto a questi positivi sentimenti, si nascondeva un disegno di sfruttamento lavorativo dei gettatelli non appena avessero raggiunto un minimo di crescita. Dalla fine del Settecento, d'altronde, in tutti i paesi dell'Europa cattolica (nei paesi protestanti l'esposizione dei bambini era sostituita dall'assistenza alla madre e dalla ricerca della paternità) si nota un progressivo aumento dei bambini lasciati alla ruota. Alcuni spiegano i motivi di questa crescita facendoli coincidere con l'espandersi della natalità illegittima seguita ad un rilassamento dei costumi sessuali e familiari, conseguenza a sua volta dell'urbanizzazione; altri li collegano all'aggravamento delle condizioni di vita delle classi povere. Però, afferma la Di Bello, povertà e illegittimità delle nascite sembrano essere sempre storicamente correlate nel fenomeno dell'esposizione, che si caratterizzava, inoltre, per l'elevatissima mortalità degli esposti (in Italia, durante l'Ottocento, si raggiungerà in qualche momento l'allucinante percentuale del 99 degli assistiti all'interno degli istituti). La ruota parve diventare, ad un certo punto, il mezzo che permetteva alle famiglie bisognose di risolvere o almeno alleggerire il problema del mantenimento dei figli. Essa non serviva più solo agli illegitrimi, ma anche alla prole di genitori regolarmente coniugati e tuttavia troppo poveri o troppo irresponsabili per mantenerla materialmente e moralmente. Si verificò,, allora, una reazione a questo stato di cose. I settori più avanzati dell'opinione pubblica, giuristi, economisti, medici, gli stessi direttori e operatori dei brefotrofi proposero la chiusura degli esposti e la loro sostituzione con forme di intervento più adeguate. Dopo l'Unità, l'abbandono dei figli non venne pacificamente tollerato, cominciò anzi a venire considerato una mancanza grave. Del resto, l'esame dei materiali d'archivio compiuto da Giulia Di Bello permette di constatare che l'assistenza organizzata dallo Spedale degli Innocenti fiorentino, piuttosto che tendere al recupero ed alla protezione di bambini su cui ricadevano le responsabilità dei genitori, si svolgeva secondo le regole legate alla gestione di forza-lavoro non qualificata. Benché, in linea teorica, lo Spedale si proponesse di assumere la funzione paterna, emerge con evidenza la sua attività concreta di amministrazione e controllo di movimenti di denaro, offerte di lavoro, richieste di servizi, ecc. . Lo Spedale si trasformò, cioè, in una specie di agenzia di collocamento. Nello sforzo di favorire l'affidamento familiare dei gettatelli o innocentini ed una loro formazione professionale, esso finirà, di fatto, con l'alimentare n lavoro minorile. Non a caso, nella seconda metà dell'Ottocento, l'istruzione scolastica era fornita dallo Spedale soltanto a quelle gettatello che, scelte dai parroci tra le più buone ed intelligenti , avrebbero poi dovuto occuparsi del servizio interno dello Spedale medesimo. L'istituzione, insomma, offriva la possibilità agli sventurati ragazzi di diventare onesti, operosi e sottomessi lavoratori; alle povere giovani, oneste e laboriose massaie. Ma l'emarginazione sociale non veniva in questo modo attenuata, poiché resistenza dei gettatelli era costantemente segnata dall'instabilità degli inserimenti familiari e dalla precarietà dell'attività lavorativa, Frequenti, poi, nonostante la tutela esercitata dallo Speciale, erano i maltrattamenti o le violenze a danno dei trovatelli nelle famiglie contadine cui erano generalmente affidati, sicché i maschi vivevano storie spesso infelici, segnate da ulteriori forme di esclusione. Non pochi scappavano, mendicavano, vagabondavano e si davano alla piccola delinquenza. Quanto alle donne, esse erano spesso vittime di sfruttamenti e stupri, anche se la promessa della dote ne