Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDINI; NIEVO IPPOLITO
anno <1989>   pagina <540>
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540 Libri e periodici
dell'Indipendènza, come dioscuri di un'epoca irreversibilmente tramontata, la vecchia associazione commerciale di Firenze si allarga a qualificarsi industriale, non senza che la breccia del protezionismo si accompagni coerentemente a sgretolare quella che, da Pietro Leopoldo a Francesco Ferrara attraverso i Georgofili, era stata sempre la cittadella principe di un liberismo agrario la cui controprova socialmente trionfante era rappresentata dal solidarismo mezzadrile.
Non solo protezione ed industria, peraltro, ma Crispi ed il progressismo , nell'89, ad enfatizzare anche sulle rive dell'Arno la difesa del lavoro nazionale cara ad Alessandro Rossi non meno che a Baccarini, e poi Civelli grande imprenditore tipografico ed editoriale che sarà deputato giolittiano scoperto nel '92, e gli aristo­cratici rossi , quelli che si stempereranno nel riformismo autoritario sonniniano ad essi veramente congeniale, come Guicciardini, oppure gli interpreti dell'eredità liberale di Zanardelli in chiave laicista o blandamente ministeriale, quali rispettivamente Ippolito e Giorgio Niccolini.
I precedenti e "le conseguenze di ciò che pertanto, nel 1889, più che una svolta, può definirsi quale aggiornamento ed inserimento da parte dell'ambiente economico fiorentino, già provato da avventure finanziarie e da speculazioni industriali più d'una volta spericolate e dilettantistiche, trovano ad opera dell'A. ima ricostruzione attenta, dettagliata e partecipe, qua e là soverchiamente ottimistica nel cogliere bagliori di modernità e d'anticipazione, assai più spesso opportunamente vigile a sfumare la drasti­cità di taluni giudizi e di contrapposizioni acriticamente consolidate.
L'accennata scarsezza di documentazione, per così dire sociale, si è rivelata in tal modo una felix culpa, giacché ha in certo modo costretto FA. a dar vita ad ima galleria di personaggi, dai protagonisti alle mezze figure, dal cui assemblaggio vien fuori non solo il momento formativo, a livello ideologico prima ancora che strutturale, della nuova filosofia dell'industria, ma soprattutto un'autentica storia della classe dirigente fiorentina letta in chiave imprenditoriale, una storia dalla quale è programma­ticamente espunto il chiaroscuro operaio ma che, forse proprio grazie a questo, riesce meglio e più agevolmente a confrontarsi con le consimili realtà dell'Italia che dal post-Risorgimento sta per scoprire Giolitti.
RAFFAELE COLAPIETRA
MARIA GARBARI, Società ed istituzioni in Italia nelle opere sociologiche di Scipio Sighele. In appendice saggi di Scipio Sighele: Contro il parlamentarismo. Saggio di psicologia collettiva e // problema morale dell'anima collettiva {Quaderni, 1); Trento, Società di Studi Trentini di Scienze storiche, 1988, in 8, pp. 149. S.p.
Maria Garbari non è nuova a studi su Scipio Sighele (1868-1913), ed è stata mossa a stendere questo libro dal fatto che recenti pubblicazioni si sono interessate a questo personaggio soprattutto come esponente della scuola positivistica di fine secolo con originali contributi nel campo della criminologia, psicologia sociale e sociologia. Il rinato interesse [...] non deve però oscurare gli altri e multiformi aspetti di una personalità legata a tutù i problemi della società del suo tempo, espressione dell'intel­lettuale organico dove scienza, politica e impegno civile si fondono in un unitario ideale di vita (p. 9). Garbari aveva già approfondito l'aspetto del pensatore0 e del
i) // pensiero politico di Scipio Sighele, in Rassegna storica del Risorgimento, a. LXI (1974), pp. 391-426, 523-561.