Rassegna storica del Risorgimento

LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
anno <1990>   pagina <16>
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16 Filippo Ronchi .
classi povere industriali od urbane le forze fisiche fossero più deboli ed avessero uno sviluppo minore di quello che si verificava per le classi agiate o per le classi povere delle campagne.47)
Un altro fenomeno negativo frequentemente sottolineato era quello dell'evasione dell'obbligo scolastico, favorito dalla richiesta di bambini-operai. La forte ricerca di manodopera nel quadriennio 1870-74 a ser­vizio degli incannatoi di seta e per altri lavori leggeri rivelava la Camera di Commercio di Bergamo aveva diminuito assai il numero degli alunni nelle scuole della provincia a.48) La stessa Associazione Indu­striale Bergamasca ammetteva che l'istruzione è gravemente incagliata dall'occupazione negli opifici dei fanciulli e delle fanciulle .49) Anche la Deputazione Provinciale di Pavia rimarcava il fatto che le sanzioni contro i padri che trascurano il precetto di mandare i loro figlioletti alle scuole rimangono lettera morta .so> Da Torino si segnalava l'abbandono delle scuole elementari per cui il comune pur sostiene ingenti spese .51> La Giunta Municipale di Brivio, in provincia di Como, coglieva, però, il nocciolo del problema e ne individuava con sicurezza la soluzione: Nel contado è e sarà lettera morta per lungo tempo l'obbligo portato dalla legge 15 luglio 1877 sull'istruzione obbligatoria, fino a quando una sanzione penale non venga a colpire direttamente nei proprietari dei grandi stabi­limenti industriali, la trasgressione al divieto di ammettere operai al di sotto di un certo limite di età.52)
Certo, come informava la Deputazione Provinciale di Cremona, i figli delle famiglie operaie, raggiunto il secondo o il terzo anno di età, venivano mandati in asili privati detti scolette. Ma lì una donna ignorante d'ogni precetto d'igiene, verso un miserabilissimo compenso, tiene da mattina a notte quanti bambini può contenere una stanzuccia di solito a pian
47) A sostegno delle sue affermazioni, Boselli citava alcuni esempi significativi tratti dagli Annali di Statistica del 1878, che contenevano gli studi condotti dal dott. Pagliani a Torino. Da tali ricerche emergeva che, se a 10 anni d'età un fanciullo della classe agiata pesava 27,5 kg., uno della classe povera non superava i 24,4 kg. Il divario aumentava col passare del tempo, sicché a 15 anni un ragazzo benestante arrivava a 46,4 kg., mentre un ragazzo povero rimaneva a 39,5 kg. Analogo discorso poteva essere fatto per l'altezza. In questo caso, lo scarto passava dai 3 centimetri a 10 anni d'età (128,5 cm. per il fanciullo della classe agiata, 125,6 per fanciullo della classe povera ) ai circa 10 cm. di differenza a 15 anni d'età (157,5 cm. contro 148,6 cm.). Lo squilibrio si riscontrava anche per quanto riguardava le ragazze, con le seguenti proporzioni: a IO anni d'età una fanciulla della classe agiata pesava in media 27,28 kg. ed era alta 130,6 cm., mentre una fanciulla della classe povera si fermava a 24,4 kg. e 126,2 cm. A 15 anni le proporzioni erano le seguenti: 45,6 kg. e 154,3 cm. contro 36,9 kg. e 145 cm. Ivi, p. 100.
48) Ivi, p. 164.
49) Ivi, p, 172. 50 Jvi, p. 299.
51) Ivi, p. 103.
52) Ivi, p. 212.