Rassegna storica del Risorgimento
LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
anno
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1990
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pagina
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18
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18 Filippo Ronchi
nelle tipografie dava un quadro desolante di giovani esistenze tolte alla carriera sul fior degli anni, consunta da quel terribile morbo che non fa mai tregua, l'etisia.S8> Nel capoluogo lombardo, tre grandi tipografìe erano situate nei sotterranei della Galleria Vittorio Emanuele, sotteranei benissimo fabbricati, eccellenti per magazzini di merci, ma assolutamente compromettenti la salute degli operai [..,]. Qui la luce è scarsa; l'atmosfera sempre grave di umidità e la temperatura di una notevole differenza con quella del soprassuolo .59> Le febbri reumatiche ed i dolori artritici erano all'ordine del giorno; *Q) dunque, affermava la direzione, la legge che si farà tutrice de' fanciulli nelle officine dovrà seriamente occuparsi dei locali in cui le industrie si andranno svolgendo .6n
Ma testimonianze ancor più drammatiche giungevano dalla Sicilia dove informava il prefetto di Palermo non era mai stato possibile alle autorità di pubblica sicurezza di avere i nomi degli operai impiegati nelle zolfare, malgrado la certezza che fra quelli si trovassero latitanti famigerati, renitenti alla leva, ecc. [...] . La difficoltà di un censimento diventava molto maggiore per i nomi e l'età dei fanciulli. Questi non dipendono né dal direttore né dal proprietario della maniera, ma lavorano per il picconiere e costui allegherebbe sempre, e qualche volta anche in buona fede, la ignoranza del nome e dell'età loro.62) Informazioni più precise, però, le inviava il Consiglio Sanitario di Caltanissetta, che parlava di cinquemila fanciulli-operai impiegati nell'estrazione dello zolfo grezzo. Nella relazione mandata in risposta alla circolare Cairoli, inoltre, erano contenuti macabri dettagli: I modi che gli intraprenditori di questi fanciulli adoperano per sollecitarli nel trasporto dello zolfo sono dapprima pizzicotti tali da lasciare nelle carni delle lividure per molti giorni; poscia, quando questi non bastano, bruciano per mezzo delle lucerne accese i garetti o i polpacci delle gambe dei poveri fanciulli .tì> Il materiale da trasportare era sproporzionato alle loro forze, perciò i ragazzi restavano deformati per tutta la vita: Per lo più una spalla rimane più bassa dell'altra; alcuni hanno la gobba davanti al petto, altri dietro, sul dorso; tutti chi più chi meno riescono con la gabbia del torace viziata k**> Perfino la Camera di Commercio di Caltanissetta segnalava casi di fan-
58) Ivi, p. 280.
59) Ivi, p. 281.
9 Da un documento sulle morti nel Pio Istituto Tipografico nel periodo 1873-1879, risultava die le malattie all'origine dei 39 decessi riscontrati erano state: tubercolosi IO, bronchite 5, polmonite 1, pleurodimia 2, tabe 2, vaiolo 5, apoplessia 4, aberrazione mentale 2, asma 1, epatite 1, gastrite 1, ozena 1, tifo 1, angina 1, cardite 1. Ivi, p. 280. Sulle malattie di fabbrica nella prima fase dell'industrializzazione, pagine persuasive e risentite ha scritto S. MERLI, op. cit., pp. 277-300, 315-320.
) Cfr. A.A.IXJ., Roma, 1880, voi. 15, p. 280.
O Ivi, p. 752.
> Ivi, p. 699.
) Ibidem.