Rassegna storica del Risorgimento
LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
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1990
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La legge sul lavoro dei fanciulli
ciulli anche al di sotto di undici anni trascinati non di rado a viva forza dalla stessa madre ai barbari picconieri, i quali mercè tenue somma data a queste tristi madri, se ne impossessano e li obbligano a caricarsi ceste piene di zolfo grezzo e a salire così carichi, dopo aver percorso lunghi sotterranei, scale ertissime ed alte con gradini mal fermati nella stessa roccia.65) Chi tentava di resistere o si lamentava troppo veniva percosso con calci e bastonate. Scene ancor più allucinanti si verificavano quando simili crudeltà erano perpretate dagli stessi genitori, che lavoravano come picconieri, verso i loro figli. Allora si vedevano madri e padri rincorrere i propri bambini, che si davano alla fuga o tentavano di nascondersi. Una volta raggiuntili, non risparmiavano maltrattamenti per obbligarli a lavorare e, se non riuscivano a convincerli, li condannavano alla fame.
Il sindaco di Grotte, in provincia di Enna, spiegava come funzionava il mercato dei carusi: I padri di famiglia, spinti forse dalla cupidigia dell'interesse o dal bisogno, appena hanno un figlio che abbia raggiunto l'età del lavoro, vanno subito a venderlo, o per meglio dire, ad affittarlo ad un picconiere, dal quale ricevono un'anticipazione di somme, detta soccorso, e da quel momento il ragazzo è assolutamente in balia del picconiere. Questi ha il diritto di bastonarlo, di farlo lavorare a suo piacimento e dargli un pagamento assottigliato, appunto per pagarsi le usure dell'anticipazione. Il fanciullo divenuto schiavo, difficilmente può liberarsi da quella posizione, e conosco io dei ragazzi, oggi diventati uoniini, che dopo dieci o venti anni di fatica trovansi avviluppati nella schiavitù del soccorso originario. E quel che è peggio poi, quando questi infelici cominciano a comprendere la propria posizione vorrebbero sbarazzarsene anche con la violenza; ma qui spesso interviene la pubblica sicurezza, e, per impedire un male maggiore, trovasi, contro il proprio sentimento, costretta ad obbligare il povero ragazzo schiavo di ritornare a servire il suo signore .a)
La Camera di Commercio di Caltanissetta giungeva, quindi, a delle interessanti considerazioni di carattere generale sul liberalismo: Questo principio di libertà è una teoria ben intesa nel senso astratto. Ma in fatto questa libertà (platonica) lasciata a se stessa diviene licenza; per cui è giuocoforza che la società, qual moderatrice, intervenga per frenarla e ridurla a quella libertà civile, la quale non può reggersi senza le leggi che ne regolino l'esercizio E dopo aver polemicamente invitato i liberisti ad ogni costo ad assistere alle scene mostruose che si svolgevano nelle zolfare, concludeva: Costoro intendono sacrificare al loro principio di libertà l'insegnamento obbligatorio, il quale mal si concilierebbe col diritto illimitato dei genitori di destinare i loro figli, anche prima degli undici anni, ai lavori sotterranei; nella supposizióne che questi, dopo che hanno subito un faticoso trasporto per più di otto ore, ed hanno spesso
65) Ivi, p. 701.
66) Ivi, p. 736.
67) Ivi, p. 702.
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