Rassegna storica del Risorgimento

LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
anno <1990>   pagina <26>
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Filippo Ronchi
di 3.378.002 individui, si contavano a tutto il 1884, 292.465 operai tra i 9 ed i 14 anni.101) Un'indagine compiuta nei 29 circondari con maggiore numero di occupati negli stabilimenti tessili e nell'estrazione dello zolfo aveva poi rilevato che 761 bambini tra i 7 e gli 8 anni e 1.239 tra gli 8 ed i 9 erano a quell'epoca adibiti al lavoro.102)
La grande prudenza del ministro traspariva nelle giustificazioni che egli forniva a tutte le omissioni caratterizzanti la proposta di legge: l'obbli­gatorietà del riposo festivo non era stata prevista poiché risultava ormai cosa consueta nelle fabbriche, e quindi il sanzionarlo per legge non reche­rebbe sensibile giovamento ; la proibizione del lavoro notturno non era stata contemplata per la considerazione che la limitazione di orario proposta pei fanciulli di età inferiore ai 12 anni conduce quasi allo stesso risultato .103) Neppure venivano emanate disposizioni secondo cui, nei luoghi dove esistevano scuole serali, doveva essere lasciato il tempo necessario per frequentarle a tutti i ragazzi fino al quindicesimo anno di età. Berti si limitava ad auspicare che gli industriali riconoscessero da se medesimi essere loro proprio interesse avere operai istruiti .104) Anche sulla vigilanza nelle fabbriche affinché le nuove norme fossero rispettate venivano date disposizioni generiche. Il ministro non aveva ritenuto conveniente che la legge ne stabilisse in modo definitivo i particolari parendo assai più proficuo lasciare che l'esperienza faccia conoscere il sistema da preferirsi .105) Insomma, ammetteva lo stesso Berti, il progetto rappresentava un primo passo : bisognava farlo con circospezione e perciò applicare la legge solamente alla grande industria [...] che è meglio in grado di ottem­perare ,106)
La cautela fin troppo accentuata del ministro era dovuta probabil­mente alla necessità di prevenire gli attacchi dei conservatori. La Perse­veranza di Milano, giornale che esprimeva le posizioni della più retriva borghesia lombarda, aveva scatenato da tempo una campagna in cui, alla netta opposizione contro l'impostazione complessiva data da Berti alla legislazione sociale, si univano antichi rancori personali. Tipico, in questo senso, l'articolo Le idee e le ragioni dell'onorevole Berti, comparso il 23 ottobre 1881. Dopo aver ricordato che tutti i principali progetti sulla legislazione sociale erano stati presentati in origine da deputati della Destra, La Perseveranza spostava le sue argomentazioni in direzione di una pole­mica spicciola nei confronti di Berti, reo di aver abbandonato le file dei moderati per unirsi a quelle della Sinistra. E ciò non perché la Sinistra si dimostrasse, nella sostanza, più favorevole alle sue idee, ma semplice­mente perché a Berti non pareva che nel partito dove militava fosse
ioi) ivi, p. 3.
102) hi, * 4.
103) Ivi, p. 5. i) Ibidem. 105) ibidem.
lofi) Ibidem.