Rassegna storica del Risorgimento

LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
anno <1990>   pagina <28>
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28 Filippo Ronchi
poneva l'Italia agli ultimi posti in Europa per quanto concerneva la tutela del lavoro dei fanciulli. L'attività nelle fabbriche giudicate insalubri era proibita, infatti, fino a 18 anni in Inghilterra ed in Svizzera, fino a 16 in Austria, Germania e Francia. Il Codice sanitario ed il progetto Minghetti-Luzzatti avevano adottato lo stesso criterio. Berti, invece, scendeva a 15 anni, aggiungendo addirittura: Poiché tanto nell'insalubrità come nei pericoli si verifica una certa graduazione, abbiamo temperato il divieto assoluto con una clausola che permette il lavoro prima dell'età indicata, quando siano soddisfatte speciali cautele.115)
Riguardo agli altri articoli, di una certa importanza erano il n. 2, che considerava come impiegato al lavoro qualunque fanciullo trovato nei luoghi di lavorazione ; il n. 3, che dava diritto ai delegati del mini­stero di Agricoltura, Industria e Commercio di visitare le fabbriche per accertare il rispetto della nuova legge; e il n. 4, che fissava le ammende nei confronti dei contravventori (multe da 50 a 1000 lire le quali, in caso di recidiva, potevano giungere a 2000 lire).
Evidentemente, però, le proposte di Berti dovettero sembrare troppo audaci all'Ufficio Centrale composto dai senatori Allievi, Griffini, Cannizzaro, Pantaleoni e Manfrin (relatore), incaricato di compiere un primo esame del progetto.116) La relazione stesa da questo gruppo di uomini politici risulta un capolavoro di equilibrismo. Nell'introduzione, infatti, essi ribat­tevano puntigliosamente a tutte le obiezioni che nel corso degli anni
s) Ibidem.
U6) Sui senatori della Commissione forniamo qualche cenno biografico, che rite­niamo significativo per individuare le caratteristiche di questi rappresentanti della borghesia italiana. Su Antonio Allievi (1824-1896), lombardo, vedi la voce di A. GRONE, in Dizionario biografico degli Italiani, voi. II, Roma, 1960. Anche per il grande chimico siciliano Stanislao Cannizzaro (1826-1910), vedi la voce di A. GAUDIANO e D. MAROTTA, ivi, voi. 18, Roma, 1975.
Luigi Griffini (1820-1899), deputato di Crema nella X, XI e XIII legislatura e senatore dal 1881, militò prima nel Centro-sinistra, poi votò a favore del ministero Lanza-Selia; in seguito, non trovandosi d'accordo con la legge delle Guarentigie e con la politica del corso forzoso, tornò nelle file della Sinistra. Alla Camera fu relatore di diversi progetti di legge, fra cui quelli della legge comunale e provinciale, per il rimboschimento e per la vendita dei beni incolti dei Comuni. Fu molto attivo anche in Senato, dove parlò soprattutto a proposito di problemi di economia, finanza e agricoltura.
Pietro Manfrin (1827-1909) era stato deputato, collocandosi nello schieramento di Centro-sinistra, dalla IX alla XIII legislatura, come rappresentante del collegio di Pieve di Cadore, Nominato senatore nel 4879 fu tra i membri più attivi dell'assemblea e fra gli oratoti più ascoltati specialmente quando si trattava di problemi di politica interna e di amministrazione pubblica. Era, infatti, un giurista ed economista di fama.
Diomede Pantaleoni (1810-1885), originario di Macerata, laureatosi in medicina, ebbe parte attiva negli avvenimenti del Risorgimento romano e, per questo, a partire dal 1859, gli verniero affidati delicati incarichi dal Cavour. Venne eletto deputato neU'Vin legislatura tra I liberali moderati e fu nominato senatore nel 1873. Partecipò ai lavori del Senato intervenendo su argomenti di medicina e igiene o relativi alla pubblica istruzione.