Rassegna storica del Risorgimento

LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
anno <1990>   pagina <30>
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Filippo Ronchi
provincia, il quale, a sua volta, sentito il parere del Consiglio sanitario provinciale, avrebbe deferito i casi all'autorità giudiziaria cui spettava il compito di emettere un giudizio definitivo.124* Tutto questo meccanismo, perché alla Commissione non era parso corretto che un industriale dovesse pagare una stessa multa per un fanciullo non autorizzato dalla legge a lavorare, in confronto ad un altro che per esempio ne avesse un centinaio nella sua fabbrica.125) Inoltre poteva accadere che i pro­prietari col cambiarsi delle cose assai mutevoli nelle industrie finissero per risultare delle persone colpite di multa, senza perciò essere colpevoli del fatto di aver assunto al lavoro dei fanciulli . Le miti disposizioni avanzate dalla Commissione intendevano, dunque, evitare per voler troppo, di non ottener nulla .t2)
Berti aveva proposto controlli solo nelle fabbriche con più di 15 operai per escludere dalla sorveglianza il lavoro domestico all'oggetto di non troppo avvicinarla alla soglia della casa paterna, e non correr pericolo per lo zelo degli incaricati di recare perturbazioni nelle famiglie .J27> La Commissione, se non altro, chiedeva di estendere la legge a tutti gli opifici senza distinzioni. E l'assunzione poteva avvenire solo dietro pre­sentazione di un certificato, redatto da medici appositamente nominati dai Consigli circondariali di sanità, in cui risultasse che il bambino era sano e adatto al lavoro cui veniva destinato.
Il cammino della legge era arrivato a questo punto, quando Berti fu allontanato dal suo incarico. Depretis lo aveva voluto come ministro di Agricoltura, Industria e Commercio per ottenere l'appoggio della depu­tazione piemontese, di cui l'uomo politico di Cumiana era uno dei leaders. A lui era stato affidato il compito di avviare un programma di legislazione sociale, elaborando si può dire dal nulla un sistema normativo che potesse assicurare un minimo di garanzie giuridiche ai lavoratori. Ma, nonostante i provvedimenti approntati da Berti avessero un contenuto tutt'altro che rivoluzionario, l'opposizione conservatrice e reazionaria provocò una crisi di governo (30 marzo 1884). Questo fatto consigliò Depretis a sostituire Berti, il quale, eletto vicepresidente della Camera, si ritirò gradualmente dalla politica attiva.128) Comunque, in un opuscolo intitolato La classi
m Ivi, p. 32.
125) Ivi, p. 29. m Ivi, p. 29-30.
'27) Ivi, P. 24.
123) La parte più conservatrice della borghesia italiana, formata dal blocco degli industriali settentrionali e degli agrari meridionali, osteggiò fortemente le riforme sociali, premendo affinché Berti fosse allontanato. La tariffa doganale del 1878, moderatamente protezionista, l'abolizione del corso forzoso (1881-1883), l'incremento del lavori pubblici, l'aumento del risparmio e le nuove iniziative degli istituti di credito avevano creato una situazione favorevole allo sviluppo industriale, soprattutto dell'industria pesante. In questa fase di ripresa gli imprenditori non erano intenzionati ad accettare vincoli, limitazioni, o controlli. L'agricoltura, invece, si trovava investita dalla crisi, dal crollo dei prezzi e da un disinvestimento di capitali. Depretis non rimase insensibile alle richieste padronali