Rassegna storica del Risorgimento

LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
anno <1990>   pagina <34>
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Filippo Ronchi
estranee a provvedimenti sul lavoro dei fanciulli.141) Ma ciò che più preoc­cupava l'industriale veneto era che nella relazione di Berti apparivano in lontananza i nuovi ordinamenti sociali .142) Perciò egli lodava Grimaldi, che si era dimostrato più pratico e l'Ufficio Centrale che lo aveva seguito sulla stessa via.143) Rossi vedeva come il fumo negli occhi il funesto intervento dello Stato nei rapporti fra capitale e lavoro, che ci minaccia oggi sotto il pretesto della così detta legislazione sociale.144) Berti e Massarani stavano preparando alle future generazioni addirittura una schiavitù di nuovo genere, non meno formidabile dell'antica tiran­nide, la schiavitù cioè degli individui accerchiati in tutti i sensi dai vincoli del Dio Stato, le cui pastoie non sono meno dannose alla libertà delle nazioni, di quello che sono state le antiche tirannidi.145) Specialmente la legge con le modifiche proposte da Massarani veniva giudicata cesarea nel fondo, arbitraria nell'esecuzione, diretta ad una classe sola di citta­dini.146) Ad ogni buon conto, Rossi rassicurava gli imprenditori italiani che non era certo con la legge sul lavoro dei fanciulli che si sarebbe cominciato a porre ostacoli alla volontà del capitale147) ed annunciava che avrebbe votato la legge stessa nella versione dell'Ufficio Centrale, solo in quanto si limitava a stabilire dei princìpi modesti e generali.
L'ultimo intervento del 10 dicembre fu quello di Jacopo Moleschott, senatore dal 1876, fisiologo olandese famoso in Europa per le sue dottrine materialistiche, chiamato nel 1861 dal De Sanctis, allora ministro della Pubblica Istruzione, all'Università di Torino, da dove poi era passato
141) Ivi, p. 4453. Rossi poteva anche citare questi casi isolati risalenti al 1879, ma in realtà il Congresso nazionale delle Società di Mutuo Soccorso tenutosi a Roma nel marzo del 1882, che aveva visto riunite le rappresentanze del mondo del lavoro e gli esponenti della politica di solidarietà sociale con Berti e Luzzatti in prima fila, aveva espresso pieno appoggio alla linea dell'allora ministro di Agricoltura, Industria e Commercio. Per non parlare, poi, di numerosi ed animati congressi di società operaie lombarde e romagnole svoltisi nel corso del 1884, nei quali le leggi sociali di Berti erano state aspramente criticate non certo perché troppo avanzate, bensì perché i lavoratori ritenevano che esse fossero inadeguate e costituissero un tentativo di egemonia dei liberali sul proletariato. Cfr. G. MANACORDA, // movimento operaio italiano, Roma, 1963, pp. 176-180 e 199-211. La classe operaia scrive Stefano Merli non credeva in questa pseudo-legislazione che non usciva da una sua lotta, ma che cadeva dall'alto a pezzi e bocconi secondo gli interessi di alcuni grossi industriali e solo se riusciva a passare nelle maglie dei compromessi parlamentari . Cfr. S. MERLI, op. cit p. 338.
**0 A. p Senato, sess. 1882-1886, Discussioni, cit., p. 4451.
i*> Ibidem,
144) IJ pericolo che intravedeva Rossi era che la legge per la tutela del lavoro dei fanciulli costituisse la prima pietra e 11 primo fondamento di una legislazione sociale futura. Ivi, p. 4456.
9 Ibidem.
m Ivi, p. 4459.
M7> Ivi, p. 4458.