Rassegna storica del Risorgimento

LAVORO DEI FANCIULLI LEGISLAZIONE 1886
anno <1990>   pagina <36>
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36 Filippo Ronchi
ridico), che impedivano di accogliere un beneficio come quello della vacci­nazione antivaiolosa.154 Manfrin rispose con il suo tormentone: L'oppo­sizione che fa l'Ufficio Centrale agli emendamenti proposti dall'onorevole Massarani, ci viene suggerita non perchè non conveniamo in teoria con lui, ma perchè la necessità delle cose così c'impone.155) Quanto alla legi­slazione dei paesi esteri, se il limite dell'età è superiore, ciò non significa nulla; noi bisogna che facciamo il conto col maggior sviluppo che hanno i fanciulli in Italia, e segnatamente nell'Italia meridionale, nelle regioni appunto in cui maggiormente si occupano i fanciulli al lavoro .156> Il relatore riprese tutti gli argomenti già noti in difesa della legge riveduta e corretta dall'Ufficio Centrale: il rischio di creare torme di bambini vagabondi; là necessità per le famiglie proletarie di avviare il prima possibile ad un mestiere i propri figli affinché potessero portare un po' di pane al focolare ,157) il grave perturbamento che sarebbe derivato all'industria nazionale se i 6.000 fanciulli dai 9 ai 10 anni che in quell'epoca erano impiegati negli stabilimenti fossero stati improvvisamente ritirati dal lavoro. Anche un altro componente dell'Ufficio Centrale, Stanislao Cannizzaro, inter­veniva a dar man forte, ricordando come molti uomini umanitari quanto noi paventassero una crisi nelle miniere siciliane qualora fossero state applicate le nuove norme. Secondo Cannizzaro, già la legge nella versione dell'Ufficio Centrale rappresentava un primo grande passo in avanti ed avrebbe richiesto comunque molti anni e molti sforzi per essere attuata. Il secondo passo , dunque, si sarebbe potuto compiere solo quando le condizioni economiche delle classi industriali saranno migliorate .ÌSS> Veniva poi respinto un altro emendamento di Massarani all'art. 2, che proponeva di estendere il limite di 15 anni non solo ai lavori peri­colosi o insalubri, ma anche a quelli notturni e sotterranei. Uno dei più accaniti oppositori di questa eventualità, nel corso del dibattito, fu il comasco Gaetano Scalini, ex ardentissimo seguace delle teorie mazzi­niane e cospiratore repubblicano contro gli Austriaci, convertitosi al mode­ratismo ed uno degli ultimi senatori nominati sotto un governo di Destra, nel 1876. Pure Scalini preannunciava catastrofi per l'industria della seta se fosse passata la disposizione di Massarani. Il solito Manfrin notava, inoltre, come esistessero in Italia industrie moderne le quali continuano il loro lavoro tutte le 24 ore del giorno facendo 2, 3 o 4 mute di operai. Impedire 1 turni di notte dei bambini avrebbe comportato uno sconvol-
154) Ivi, pp. 4481-4482.
'55) Ivi, p. 4482.
1S6) Veniva respinto anche un emendamento di Moleschott che, volendo contem­plare pure quella età fisiologicamente così importante, fra la fine del dodicesimo e del quindicesimo anno, cioè il tempo in cui va sviluppandosi la pubertà , aveva proposto di non far superare in quel periodo le 10 ore di lavoro giornaliero. Ivi, pp. 4483 e 4493.
K7) //, p, 4482.
m Ivi, p. 4484.