Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1990>   pagina <52>
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MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE
I FONDI ARCHIVISTICI I DEL MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO
LI: Le carte di Felice Albani, di Adele Albani Tondi e del Partito Mazziniano Italiano
Finalmente e lo dico con un certo rimorso sono state ordinate e schedate queste carte che, ai primi del 1939, dopo la morte di Alina Albani, colui che l'aveva assistita e aiutata negli ultimi anni, Giulio Andrea Bel-loni, volle che fossero custodite nell'Archivio del Museo. A mia parziale giustificazione il fatto che esse ora riempiono 49 buste dal n. 1048 al n. 1097 e che erano in completo disordine, raccolte velocemente da armadi e cas­setti nel timore che arrivasse prima la polizia. In questo caso il riordino sarebbe spettato agli archivisti di Stato!
Le carte sono state suddivise in due settori, quello della corrispon­denza privata, di gran lunga il più ricco, che si interseca col secondo nel quale sono riuniti i documenti che avevano all'origine la parvenza di pratiche con un soggetto definito. Il ricercatore deve, quindi, guardare entrambi i settori.
Mentre non è né ricca né importante la documentazione sui giornali di cui Albani fu collaboratore o direttore, come II Dovere o L'Emancipa­zione, assai notevole è quella sulle Società operaie affratellate, a comin­ciare dall'Indice delle Società esistenti nel 1892 e da una serie di rari sta­tuti. Poiché Albani faceva parte della Commissione direttiva abbiamo cir­colari, verbali di sedute, resoconti di congressi. Accanto a questo mate­riale si possono collocare i manifesti di Società democratiche di Milano (1874-1893) e di Roma (1881-1899) e quelli sulle elezioni amministrative del capoluogo lombardo, oltre alle adesioni a un progetto del 1884 per creare una Consociazione generale repubblicana.
Al tempo dell''Emancipazione rìsale una lettera di Felice Cavallotti (5 luglio 1892); nasce nel 1893 l'amicizia con Ferdinando Clinico che durerà fino al 1922 con ricco scambio di lettere. Federigo Gattorno (1890-1915) ricorda la ricognizione della salma di Campanella nel 1884.
È singolare il fatto che non si conservi quasi nulla su Guglielmo Oberdan; da ricordare una lettera del 1923 di Francesco Salata che chiede informazioni.
Un settore molto ricco, invece, è quello che documenta i rapporti