Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1990
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pagina
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61
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LIBRI E PERIODICI
ELIO APIH, Trieste, con la collaborazione di GIULIO SAPELLI ed ELVIO GUAGNINI (Storia delle città italiane); Bari, Laterza 1988, in 8, pp. 406. L. 40.000.
Leggendo questo volume della collana laterziana delle città italiane dedicato a Trieste si capisce come Elio Apih abbia inteso scrivere una Storia di Trieste e non anche o soprattutto una Storia del mito di Trieste , della città irredenta e sofferente sotto -il gioco dell'Austria che comincia ima nuova e libera vita il 3 novembre 1918 con l'attracco del cacciatorpediniere Audace.
Invece Apih liquida in ventitré righe e mezzo la storia del municipio precedente il 1719, molto simile a vari centri di pescatori istriani e dalmati. Con il Portofranco, istituito da Carlo VI per sottrarre traffico a Venezia, fa iniziare la storia di una città europea e la simbiosi con Casa d'Austria. L'autore mette in evidenza l'assenza di radici, create a posteriori per motivi nazionalistici (per giustificare la dedizione del 1382): Dal punto di vista storico, le vicende del comune medievale interessano poco per spiegare la Trieste attuale. Le cose cominciarono a cambiare nel sec. XVIII . Anche sulle origine romane, poche parole. Lo sviluppo della città è artificiale, ribadisce l'autore, che bipartisce il lavoro in due fasi Il grande porto dell'Austria e Trieste nello Stato italiano .
Fra le città italiane quella di San Giusto presenta indubbiamente dei caratteri particolari che negli ultimi tempi sono stati diciamo così esasperati: se precedentemente il nazionalismo la voleva la più italiana delle città della penisola, ora i nostalgici di Cecco Beppe la proclamano la più asburgica e mitteleuropea: le statistiche economiche gli concedono il più alto reddito pro-capite, quelle demografiche il titolo di città dei pensionati,
Apih ha per oggetto la storia politica e sociale, Giulio Sapelli si dedica invece a tratteggiare il profilo del destino economico , ed Elvio Guagnini la Cultura, col sottotitolo Una fisionomia difficile . Anche da questi contributi emerge il criterio della specificità , come metro di valutazione per Trieste. Apih cita un'affermazione fatta dallo scrittore Giorgio Voghera nel 1975 a proposito della città: Un unicum per almeno quattro aspetti: è l'unica che negli ultimi sessanta anni abbia avuto un aumento di popolazione modestissimo [...]; è l'unica che non appartenga allo Stato italiano da almeno cento anni: è l'unica che abbia una minoranza alloglotta di un certo peso; è l'unica che abbia dovuto impegnarsi a cercare nuove fonti di lavoro e di guadagno non in aggiunta, ma in sostituzione di quelle tradizionali più importanti (p. 198).
Questo però per quanto riguarda la parte della città nello Stato italiano, mentre per il XVIII e XIX secolo assistiamo ad una ascesa, al riparo del portofranco. Si discuterà a lungo della sua abolizione, decretata solo nel 1891, senza inconvenienti di rilievo nonostante i timori a lungo nutriti. Anzi sarà allora che Trieste, con vasto retroterra unitario, potrà assistere ad un deciso sviluppo e collegarsi con esso con strada e ferrovia.
Il periodo della monarchia duplice e costituzionale, se da un lato portò ad un potenziamento del concorrente porto di Fiume, scalo della Corona di Santo Stefano, dall'altro vide il periodo più vivo per la città con lo sviluppo dell'irredentismo liberale teso, con organismi tipo Pro Patria , ad un'opera di difesa dell'Italianismo contro il panslavismo ed H pangermanesimo, soprattutto in campo culturale e scolastico. Apih mette però in rilievo come il rilevante sviluppo economico della città fosse dovuto anziché all'elite borghese italiana che controllava il municipio (Trieste aveva lo Statuto di Città immediata , non soggetta ad alcuna Dieta provinciale, dal 1850), al ceto cosmopolita venuto a formarsi dopo la bufera napoleonica e che reclamava una maggiore osmosi con il resto dell'impero.
Una simile politica avrebbe però portato una maggior ricchezza ma anche una riduzione dell'elemento italiano, che guidato dai liberali nazionali combatterono contro il risveglio