Rassegna storica del Risorgimento

LAFFOND JEAN-BAPTISTE
anno <1990>   pagina <149>
immagine non disponibile

Jean-Baptiste Laffond
149
per usare un termine delle autorità, un uomo che fa dell'azione la sua arma per la lotta nazionale.
A Livorno, del resto, non ci sono grandi politici . Occorre anzi sfa­tare questo luogo comune, alimentato da una benemerita storiografia eru­dita locate (il riferimento è per Ersilio Michel) che però tale resta e che ormai sente il peso degli anni. Infatti, la città tirrenica non vanta, nel­l'Ottocento risorgimentale, personale politico dirigente di alto livello. E questo vale anche per Francesco Domenico Guerrazzi, primo mito da sfatare, dal momento che lo scrittore assolve una funzione di guida pura­mente simbolica così negli anni Trenta come (e più) nel 1848. Basti pen­sare al famoso incontro di Montepulciano, dove Mazzini, accompagnato da quel Carlo Bini con cui assai meglio s'intende, preferisce intrattenersi col tribuno livornese su argomenti letterari e non politici.
A parte il Guerrazzi, comunque, il porto labronico è terreno fertile per le idee rivoluzionarie, ma non è centro di elaborazione e direzione poli­tica. Altre città assolvono questa funzione, pur non avendo a sorreggerle quell'elemento popolare che invece a Livorno è ben presente lungo tutto l'arco del Risorgimento. Livorno attua o tenta di attuare progetti nati dalla diffusione delle idee in tutta Europa. Si pensi solamente a Londra, dove c'è Mazzini; a La Valletta con Nicola Fabrizi; a Firenze con Fenzi; a Pisa con l'Università dei Montanelli e dei Centofanti.
Le idee, insomma, come ha efficacemente (rilevato Giovanni Luseroni,4> cir­colano molto bene a Livorno e vengono trasmesse da quel livello intermedio di­rigenziale, di cui Laffond è tipico esempio, alle classi subalterne che rappre­sentano la vera entità con cui fare i conti se si vuol capire la realtà labro­nica. È difficile, in sostanza, e qui sta la peculiarità 'livornese, trovare un'iniziativa elitaria (l'unico ad esserne tentato è proprio il Guerrazzi, che dimostra così di non avere una visione chiara della situazione politica e sociale della sua città) che non coinvolga le classi popolari. Tanto ciò è vero, tanto il serbatoio è profondo, che a Livorno troviamo, nel corso del Risorgimento, molte delle idee e dei programmi politici succedutasi in quegli anni: dal bonapartismo alla massoneria, dalla Carboneria alla prima Giovine Italia, dal sansimonismo (fugace apparizione eppure importante) alla Legione Italica, dalla seconda Giovine Italia ad elementi di comunismo e socialismo premarxiano.
Ho .perseverato a cospirare dal 1840 al 1848... : nella Confessione Laffond fissa subito il termine d'inizio della sua attività politica. Prima di addentrarsi più dettagliatamente nella biografia occorre, per meglio mettere a fuoco la sua attività, elencare rapidamente alcune caratteristiche tipologiche e psicologiche di Jean-Baptiste.
Laffond fa parte di quella leva rivoluzionaria nata in un periodo in cui l'apparato politico-ideologico della Restaurazione, o meglio ancora del­la Santa Alleanza, mostra tutto il suo fallimento. Egli nasce infatti nel 1818. Solo due anni più tardi il movimento nazionale mostrerà la sua forza e, più che altro, la sua capacità di diffusione delle idee . I suoi
4) GIOVANNI LUSERONI, La stampa clandestina in Toscana. I ìiullettim , Firenze, Olschki, 1988.