Rassegna storica del Risorgimento
LAFFOND JEAN-BAPTISTE
anno
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1990
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pagina
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Jean-Baptiste Laffond 153
della maschera del Balzano (che per la cronaca finì sul tavolo dell'Ispettore) ciò che più colpisce in questo sgrammaticato rapporto di polizia è la vastità dei rapporti che il giovane cospiratore sembra intrattenere con il resto del Paese. E proprio questa capacità di stabilire una fitta rete di rapporti sarà una delle caratteristiche più significative di Jean-Baptiste: non a caso, insomma, metterà in subbuglio le cancellerie asburgiche, papaline e financo francesi.
Altri elementi, inoltre, vengono messi in luce o confermati alla luce di quanto detto prima. Si insiste ancora sull'esercito, specie piemontese, e sui giovani, le forze vitali dell'Italia anni-Quaranta del XIX secolo. È difficile stabilire con certezza se le cifre riferite da Laffond sdano vere: probabilmente sono ottimisticamente gonfiate, per fare maggiore effetto sugli interlocutori. Certamente una base doveva esserci ed era probabilmente rappresentata dalla gioventù universitaria di Pisa (non dimentichiamoci della gita che Laffond aveva effettuato il giorno prima) e da quella manovalanza rivoluzionaria (presente a Livorno rappresentata da facchini, macellai, artigiani, lavoratori dei porto che già una decina di anni prima, col caso dei Veri Italiani (così ben lumeggiato da Carlo Fran-covich) aveva avuto modo di mettersi in luce. Il dato essenziale, cui prima s'accennava, è la vastità dei rapporti e dei collegamenti tra i diversi nuclei patriottici della Penisola che Laffond illustra assai efficacemente proprio .per confortare con fatti precisi l'aspirazione alla redenzione della misera e oppressa Italia che altro non attende che la Liberazione. Si intrecciano dunque temi fabriziani e mazziniani, i due movimenti che in quel periodo avevano il predominio intellettuale e materiale della lotta politica italiana. Da non trascurare, infine, la precisazione che Laffond stesso dà del suo ruolo: mi viene approvato quanto feci fino ad ora . Non è lui che dirige; ha funzione intermedia, preziosa, per certi versi insostituibile, data 'la posizione privilegiata di appartenente al corpo diplomatico. Laffond è, per usare una terminologia magari non appropriata per l'età del Risorgimento ma efficace, un quadro della Rivoluzione nazionale, un uomo d'azione votato alla causa.
Resta a questo punto da capire come il giovane Jean-Baptiste (nel 1840 ha appena 22 anni) abbia raggiunto questo livello intermedio nell'organigramma cospirativo. Di aiuto in questa ricerca (oltre all'insuperato lavoro di Franco Della Penata) è il suo epistolario, conservato al Museo del Risorgimento di Roma e alla Biblioteca comunale di Forlì.
Siamo agli albori del 1840. I tentacoli della Legione Italica si estendono anche in territorio livornese. I gruppi di questa organizzazione sono due: il primo è diretto da Leopoldo Ruschi, medico, dal tenente Costantino Rezzetti e da quell'Antonio Angelini, colonnello e patriota estense, presente in molte pagine del nostro Risorgimento;21) il secondo fa capo a Laffond, che tra l'altro assume il nome di battaglia di Auguste La Barth o di Aurelio.23 Il giovane Laffond si pone immediatamente ai centro dell'atten-
2t) Cfr. DELLA PERUTA, Mazzini, cit.
22) Cfr. DELLA PERUTA, Mazzini, cit., ad vocem. Si veda inoltre l'Epistolario Polìtico di Gìo.Baiia Laffond o per dir meglio copia delle poche lettere che potè conservare