Rassegna storica del Risorgimento

LAFFOND JEAN-BAPTISTE
anno <1990>   pagina <158>
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Francesco Ghidetti
alla richiesta veemente e decisa, fingono di cedere, secondo un vecchio trucco della diplomazia transalpina e spediscono il Laffond in missione a Napoli, Marsiglia ed Algeri.56) La finzione consistette nel far credere che fosse un allontanamento definitivo, ma il Laffond, partito nel marzo del '46, riprende il posto al suo tavolo in Scali del Pesce n. 1, sede del Conso­lato francese, nel luglio dello stesso anno. In un rapporto riservato del 22 giugno 1846 diretto al Governatore di Livorno dal Ministero degli Affari Esteri si afferma che si suppone che il noto Giovan Battista Laffond già addetto a Codesto Consolato di Francia siasi di recente restituito a Livorno da Algeri... >i?II La risposta del 26 giugno è negativa, ma un mese dopo (il 27 luglio) un rapporto del commissariato di Livorno di San Marco gela l'ottimismo delle autorità granducali. Laffond è tornato sul vapore fran­cese Telegrafo proveniente da Bastia, nelle ore pomeridiane del 26 luglio.58)
Qualcosa, però, è cambiato nella strategia politica di Laffond: una lèttera diretta a Giuseppe Montanelli del 15 marzo 1846 pochi giorni prima della partenza per di tour mediterraneo dimostra come già da tempo egli avesse contatti con gli ambienti universitari pisani.59)
Comunque sia, i rapporti con la Giovine Italia proseguono,*0) ma già dal settembre del 1846 Mazzini, scrivendo a Carlo Fenzà, dice: Avete per­sona giovine e sicura a Livorno? Se no, fate di trovarla perché Laffond è troppo noto.61) E in una lettera del 5 ottobre 1846, Mazzini mette in guardia Jean-Baptiste: Sono d'opinione con voi [...] che alle lunghe e vaste cospi­razioni sia oggimai da sostituire, quando che sia, l'azione di un nucleo abba­stanza forte per produrre un primo risultato importante [...] Ma iniziativa siffatta non può, non deve aver luogo, se non quando prevalga un fermento generale in Italia [...] Oggi avete le menti sviate su cento linee diverse dagli uomini che s'intitolano moderati e non sono che negativi [sottolineato nel testo]; dagli uomini che travisano le nostre idee e le nostre azioni; dagli uomini che fondano tutte le speranze italiane sopra un se [sottolineato nel testo] che hanno predicato tre mesi sono Carlo Alberto rigeneratore d'Italia, predicano oggi tale il Papa, e predicheranno tale [...] il re di Napoli e Dio
56) Ibidem.
5?) ASL, Governo-Affari Riservati, f. 908 a. 57. La nota aggiunge: Si pretende che oltre il Laffond [...] tutta quanta la di lui famiglia costà dimorante, e composta del Padre Marcò, e di tre altri fratelli Michele, Adolfo e Fausto si occupi di corrispondenze settarie. Peraltro, il 26 dello stesso mese, da Livorno si risponde che non si ha motivo di dubitare della famiglia Laffond. Questo, comunque non è l'unico caso di sospetti verso la famiglia di Jean-Baptiste. Nel gennaio 1844 la polizia fiorentina aveva sorvegliato Alessandro Laffond, supposto fratello del Nostro e addetto al Ministero degli Affari Esteri a Parigi <Cfr. MICHEL, Esuli, cit, p. 62 nota).
53) ASL, Governo, cit. Ma i rischi di espulsione non finiranno qui per Jean-Baptiste. Anche dopo la restaurazione granducale con l'aiuto delle armi austriache, che tanto sangue spargeranno a Livorno fino al 1855, le autorità toscane tenteranno di fare di tutto per mandarlo via. Anche in questo caso, però, con modestissimi risultati {ASL, Governo, Affari Riservati, f. 914, a. 312).
39) Biblioteca Labronica di Livorno, Autografoteca Bastogi, ins. 53, ad nomen.
<W PGJ, VI, passim, in particolare pp. 50 e 52.
) MAZZINI, SEI, XXX (Epist XVI) p. 145.