Rassegna storica del Risorgimento

1845 ; RIMINI ; ROMAGNA
anno <1921>   pagina <313>
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IL COLLOQUIO STORICO DEL 6 MARZO 1821 313
e la guerra all'Austria; un teste nel processo della cittadella di Torino, il barone Eolfi, luogotenente nelT8 compagnia di artiglieria depose avergli confessato il capitano Gambini che la rivolta si do­veva operare la sera del 7 marzo, cu i capitani federati dovevano recarsi a dormire nei propri quartieri e che avanti giorno dovevano condurre le proprie compagnie a Moncalieri e che avrebbero avuto il Principe di Carignano per loro capo, ma che siccome il Principe aveva poi cangiato pensiero, non erasi poi eseguito. Dunque è chiaro ohe la rivoluzione doveva iniziarsi da Torino col movimento delle truppe che avrebbero poi proceduto verso Moncalieri. Non si tratta quindi di due movimenti distinti, l'uno a Torino, l'altro a Monca­lieri, come vorrebbe il Bollea (78). Ora ammettendo che Carlo Alberto abbia date il suo consenso a tale progetto ne viene la con­seguenza logica di un impegno da lui contratto di appoggiare un movimento che si proponeva di esercitare una pressione sul Ee per strappargli concessioni. È bensì vero che la rivoluzione nelle inten­zioni dei congiurati non poteva avere secondo il Santarosa (79) rien de fàcheuse a craindre pour le roi et pour sa faraille a qui toutes nos poitrines eussent servi de boucb'er ma sta anche il fatto che Carlo Alberto, sia pure per un une nobilissimo, consenti per un momento ad un atto che costituiva una grave infrazione alla disciplina militare, commettendo quella colpa di cui erano convinti, indipendentemente dal Santarosa, i personaggi del tempo e che avrebbe poi confessato al Be. Fu quindi, secondo me, un'adesione piena che ci è confermata dall'accordo (80) stretto col Principe che il Santarosa e il Collegno avrebbero dormito nel palazzo di Carlo Alberto pour ètre a portée de se rendre ensemble a Parsenal a cinq heures e non ridotta a semplici pourparhrs vaghi, imprecisi, come il Luzio interpreta. Gii stessi abbozzi della storia santarosiana, da me concessi in visione al Luzio sui quali fonda specialmente la sua opinione (81) contengono espressioni che ribadiscono maggiormente
(78) CESARE BOLLEA, Ferdinando Bai Poeto di Castellino e S. Tmcenso, Casale, tip. cooperativa, 1920 p. 01 e 02. (70) Ed. eit. p 70.
(80) Ed. oit. p. 72.
(81) Il Lazio, pur ritenendo il Santarosa incapace di pronunziare sil­laba scientemente, meno ohe vera e pur ammettendo il consenso lo circonda di tante riserve da lasciare l'impressione che non vi presti fede assoluta. Ma