Rassegna storica del Risorgimento

1845 ; RIMINI ; ROMAGNA
anno <1921>   pagina <317>
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IL COLLOQUIO BTOlirCO DEL 6 MARZO 1821 .117
nous fife juger du present, soit qu'il eùt rèellement moine d'assurance nona ne sortirne* pas dn palaia arassi contens que la première foie... ,
E un fatto però inoppugnabile die, secondo le risultanze dei procesai torinesi, sì usò e sì abusò del nome di Carlo Alberto, si ordì la rivoluzione su un caatello di inganni, di seduzioni e di fin­zioni: se nobilissimo fu il fine, riprovevoli i mezzi. Si vollero for­zare i tempi non ancora maturi: si vollero forzare le coscienze quando, salvo poche, non erano ancora illuminate. Nel momento dell'azione i più accesi, prendendo il sopravvento sulla parte mo­derata, diedero un carattere eminentemente settario al movimento e le menzogne sparse ad arte furono il prodotto della mentalità s= taria per cui il fine giustifica i mezzi. Quasi tutti gli inquisiti alle­garono la loro buona fede. Tutti dissero di essere stati persuasi cifre Carlo Alberto era capo della congiura, clic Vittorio Emanuele ade­riva al moto, che il governo era favorevole ma che doveva fingere il suo contrasto per ragioni diplomatiche (88). Ma se qualche estre­mista, quando apprese che su Carlo Alberto non si poteva più con­tare, non ebbe scrupoli, pei fini pratici della rivoluzione, di na­scondere tùie.verità ai gregari e di confermare anzi, con falsi, che Carlo Alberto èra capo della congiura, se e vero che l'atteggiamento di Carlo Alberto dal giorno 9 in poi fu veramente irreprensibile per fe­deltà e devozione a Carlo Felice, tutto ciò, aecondo me, non di­strugge punto l'asserzione del Santarosa e che rispecchia- la verità vera, che Carlo Alberto prima del 9 volle e non volle
Sta il vero che Carlo Alberto ritirò la sua parola perchè nel momento dell'azione il coraggio e la volontà non furono pari al desiderio. E fu buona ventura che Sull'audacia prevalesse in lui la saggezza.' Qualora avesse persistito nel suo primo atteggiamento e avesse, per coerenza, mantenuto fede alla parola data, egli si s,ar.J rebbe irremediabilmente compromesso e senza ohe l'impresa avesse j migliore destino, si sarebbe veduta chiusa per sempre la via alla successione del trono, con danno grave della causa italiana. Il torto del Santarosa nel giudicarlo severamente fu di non avere se­renamente considerato che la posizione di Carlo Alberto era ben più delicata di quella degli altri cospiratori e che era umano che un principe reale, erede del trono, ventitreenne, nel momento de­cisivo, ondeggiasse fera opposti penaièÉk
(88) Da deposizioni testimoniali dol processo cit. di Alessandria.