Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA ROMANA 1798-1799
anno <1990>   pagina <445>
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Nascita della Repubblica Romana
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dimina i dubbi che avrebbero potuto ragionevolmente sorgere di tonte alla attestazione notarile, della presenza e della firma di molte migliaia di romani. E ciò anche se debba considerarsi, la attestazione stessa, sicu­ramente esagerata.
D'altra parte, la esistenza se non di una folla enorme, certo di un numero notevole di persone, è confermata dal racconto che fa il Sala (altro teste certamente attendibile) il quale narra30* che il 14 febbraio, mentre Berthier era a pranzo al Quartier Generale, gli si presentò un certo Monaco, medico napoletano, per implorare la libertà a nome del popolo romano ed avendo osservato Berthier che non era sufficiente, per con­vincerlo, la piccola delegazione che era con lui, Monaco ha soggiunto che il popolo istesso rimasto dn istrada ne faceva la richiesta. Vi erano di fatti alcune centinaia di prezzolati mascalzoni, condotti dai Patriotti a bella posta, li quali, affacciatosi alla finestra Berthier... cominciarono a gridare libertà. Il Generale mostrossi pago di questa bella deputazione.
Una ulteriore conferma viene proprio da un'altra attendibile fonte: il racconto che, dell'episodio, fa la Storia dell'annoi la quale, dopo aver detto che, nel Foro si era radunato un numero di poco più di quattro­cento sedicenti patrioti narra che costoro insieme ad una folla di curiosi si recarono sul Campidoglio dove fu loro chiesto se volevano vivere liberi (e)... se questo è il voto del popolo Romano... Venne replicato di sì. Sia steso dunque un solenne rogito di questa popolar volontà. Furono chiamati cinque Notai e questi birbanti, quasi mille persone parte indiffe­renti, parte prezzolate e sedotte, fossero l'intiero popolo romano, stesero un rogito in cui si affermò questo solenne mendacio.
Si deve perciò, ritenere che prezzolati o no, molti cittadini si siano recati sotto le finestre di Berthier, il 14 febbraio, e, il 15, abbiano accla­mato sul Campidoglio.
E veniamo ai Notai. Il loro intervento si giustifica come si è detto, col fatto che Berthier voleva essere assicurato che dei cittadini avessero firmato l'Atto, e che fossero numerosi: il che, solo un notaio poteva attestare. I patrioti romani, ad abundantiam, ne portarono cinque, di Notai.
Come è noto, fino ad ora si discuteva molto sul numero e sul nome di questi notai. Valentinelli S> parla di quattro Notai, ma fa il nome solo di tre: Somaini, Irenzini, Cataldi. Tre ne indica anche il SUvagni33) e cioè Sterlik (sic), Taschini e Lorenzini. Come anche di tre Notai, lo si è visto, parla la copia a stampa bilingue, che porta i nomi di Giovanni
30) Sala, I, p. 25. Di trecento persone parla anche il Morpurgo in una lettera alla Muniicpalità di Ancona (v. M. SAVINI, cit., p. 29).
2?) La storia dell'anno 1798 divisa in otto libri, parte quinta, Amburgo, a spese di G. Rossi libraio in Venezia, s. d., V, pp. 46 sgg,
32) F. VALENTINELLI, p. 204; A. DUFOURCQ, p. 105, nota, segue Valentinelli.
3 D. SILVAGNI, La Corte pontificia e la società romana nei secoli XVIII e XIX, introduzione, note e commenti di Lucio Felici, Roma, Biblioteca di Storia Patria, 1971, voi. A, I, p. 305.