Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA ROMANA 1798-1799
anno <1990>   pagina <446>
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446 Mario Battaglini .
Lorenzini, Pietro Cataldi ed Angelo V. Martelli.34) Infine il Sala35) parla di
quattro Notai, ma non ne fa il nome e il Mortillaro (che pure non fa
alcun nome) parla di cinque Notai,36) così come fa, lo si è visto, la Storia dell'anno .
Il manoscritto originale dell'Atto, porta, invece, ben cinque firme di notai. Dopo la attestazione, infatti, della quale abbiamo parlato, seguono queste parole:
Essendosi noi Infra, Rogati del presente Atto Così è Giovanni Lorenzini Notaro Pubblico del Popolo Romano.
Pietro Cataldi [ ] Cittadino Gìo. Bat. Not. pub. del Popolo Rom.
Vincenzo Francesco Capponi Notaro pubblico del Popolo romano.
Per il Cittadino Michele Sterlich Notaro del P. R. Carlo Ma. Sommami sostituto.
Per il Successore del Taschini Angelo Vincenzo Martelli Gio. Lorenzini.
Cinque quindi, sono i Notai roganti, ma solo due sono presenti di persona: Lorenzini e Capponi. Per gli altri tre, firma un sostituto.
Il primo è Pietro Cataldi: questi non figura per nulla tra i Notai romani, mentre figura Giovanbattista Cataldi: è da ritenere, perciò che Pietro Cataldi abbia firmato per Giovanbattista, come suo sostituto, pur non essendo Notaio.
Anche il notaio Sterlich si fece sostituire dal Sommami, il quale, anche lui non era, allora, Notaio.
Più complicata è la situazione del Taschini. Questi risulta che abbia cessato di stipulare nel 1797 e, quindi, è esatto che nell'Atto si parli di successore: quel che non coincide è .il nome del successore. Negli atti stipulati dallo studio notarile del Taschini, infatti, e conservati all'Ar­chivio di Stato di Roma, figura come successore un notaio Guidi e non Angelo Vincenzo Martelli. Inoltre il Martelli non figura nemmeno tra i Notai romani in questo periodo e, per figurare come successore era necessario, evidentemente, essere notaio.
Allo stato è impossibile sciogliere questo enigma che potrebbe anche far dubitare della validità dell'Atto, anche perché nessuno dei Notai roganti ha posto accanto alla propria firma il sigillo, come fa, invece, ad esempio, il notaio Floridi che roga l'Atto del popolo Sovrano di Vallerano.37)
È, viceversa, importante il fatto che nessuna delle fonti coeve conosca il nome e il numero esatto dei Notai: ciò significa, infatti, che il testo
34) xi documento è ricordato anche dal CALVI, Bibliografia di Roma nel Risorgimento, Roma, 1912 ,p. 53, n. 859.
35) Sala, I, p. 30.
36) v. MORTILLARO, Compendio storico delle ultime romane vicende durante la invasione dei francesi, Palermo, 1826, p. 27. A tre notai accenna anche il Monitore di Roma, n. 1, p. 8.
37) MARIO BATTAGLINI, Le Istituzioni di Roma giacobina (17984799), Milano, 1971, p. 226.