Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA ROMANA 1798-1799
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1990
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455
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Nascita della Repubblica Romana 455
clama dei Prefetti di Polizia che annunciava al popolo che l'indomani si sarebbe cantata Messa cardinalizia e solenne nell'Altare della Tribuna a S. Pietro colla giuliva intonazione del TE DEUM* è del 17 febbraio. E poiché, come rileva il Sala,63) perché un cardinale potesse cantar Messa all'Altare della Tribuna (riservato al solo Pontefice) occorreva addirittura una Bolla Pontificia che desse l'autorizzazione (la quale, in quella occasione, Sua Santità di mal animo si è indotta ad accordare), non vi è dubbio che la visita a mons. Dini (probabilmente diretta proprio ad ottenere l'assenso del Papa) non potè avvenire il 18, ma il 17 febbraio. Per cui la annotazione dell'Antonelli va corretta in tal senso. E ciò concorda col fatto che la data nella quale figurano, per la prima volta, i due nuovi Consoli è appunto il 18 febbraio, nel qual giorno si trovano due atti firmati anche da loro.6*)
Pertanto i cinque Consoli previsti dall'Atto del popolo romano e che rappresentano il vero primo governo repubblicano rimasero in carica solo dal 15 al 17 febbraio. Dopo questa data e fino al 22 febbraio, ebbero le funzioni di Consoli coloro che erano compresi nell'elenco contenuto nell'Atto del popolo Sovrano. Senonché, il 21 febbraio diedero le loro dimissioni Maggi e Stampa, per cui dopo quella data e cioè il 22, 23 e 24 febbraio tornano a firmare ancora i soli cinque Consoli originari; ma il 24 febbraio stesso, fu nominato l'Angelucci al posto di uno dei due consoli dimissionari e si ha, perciò, in questa data, l'ultimo atto firmato dai cinque Consoli da soli, ed il primo firmato dall'Angelucci insieme agli altri.
Dal 22 febbraio, poi, e fino al 17 marzo, la struttura che resse la neonata repubblica, fu quella ideata da Berthier.
Prima, però, di chiudere il punto riguardante i Consoli, ci sembra necessario dare qualche notizia dei due che Berthier aggiunse ai cinque già indicati dall'Atto del popolo romano. Ambedue erano rappresentanti del mondo economico; lo Stampa, infatti, era commerciante, e il Maggi, mercante di campagna. E, se questo spiega l'ingresso dei due nel governo, ne spiega anche l'uscita. Come rileva il De Felice65) parlando del Maggi (ma il discorso vale anche per lo Stampa) questi si ritirò perché ricercava una carica che servisse a realizzare le sue proprie aspirazioni di preminenza sociale ed economica e la trovò nel posto di Edile.
O Collezione, I, p. 39, nn. 31 e 32.
) Sala, I, p. 41.
64) BSM, Bandi A 6/63.
43) R, De FELICE, Aspetti e momenti della vita economica di Roma e Lazio nel secoli XVIII e XIX, Roma, 1965, p. 196.
Sul desiderio dei mercanti di campagna, di elevarsi e dominare, v. M. N. NICOLAI, Memorie, leggi ed osservazioni sulle campagne e sull'annona di Roma, in A. CANALETTI GAUDENTI, La politica agraria e annonaria dello Stato pontifìcio da Benedetto XIV a Pio VII, Roma, 1947, pp. 147 sgg.