Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <477>
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Emigrazione coatta in Brasile
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e di altre regioni dati alla luce fino a quel tempo, o reperibili negli Archivi pubblici e privati, esaminò le vicende degli arrestati, negli anni che vanno dal 1817 al 1839, dalla polizia pontificia e reclusi nella fortezza di Civita Castellana sulla base delle Memorie di un detenuto politico, padre di numerosa -famiglia, come vi è detto, il quale alla data del 24 dicembre 1839 da otto anni e due mesi trovasi in cattività e geme nell'oblio. In questi il Ghisalberti identifica il fanese Pacifico Giulini, arrestato nel 1831 e rimasto nel forte, con qualche interruzione, fino al 30 ottobre 1841. Le Memorie di questi, il di cui manoscritto si conserva presso il Museo Centrale del Risorgimento in Roma, erano state già parzialmente utilizzate da Giovanni Spadoni, Albano Sorbelli e da altri studiosi.
Dall'opera del Giulini il predetto studioso deriva le pagine introduttive dal titolo Sulla prima, seconda e terza reclusione politica nel Forte di Civita Castellana che hanno origine dagli 11 febbraio 1819, e alcuni elenchi di reclusi nella fortezza dall'I 1 marzo 1819 al maggio 1837 comprendenti 514 nominativi nonché una Tabella (n. 7) dal titolo: Politici andati in esilio nell'Impero del Brasile e partiti il 9 febbraio 1837 alle ore undici anti­meridiane, salpando dal porto di Civitavecchia sopra il brigantino napo­letano la Madonna delle Grazie , di proprietà del capitano Balsamo. Segue altra Tabella (n. 15), comprendente 13 nominativi, dal titolo: Politici che, attese le loro particolari circostanze di famiglia, di salute ed altre plausibili, non accettarono l'esilio, e vennero passati nella darsena di Civitavecchia al trattamento di galera, ed in seguito rimandati a Civita Castellana. Fra questi vi era il Giulini il quale dà notizia delle vessazioni {trattamento di galera) cui i predetti erano stati sottoposti per essersi rifiutati di liberare il loro Governo del peso finanziario derivante dalla loro relegazione e dalla loro presenza.
Dalia Tabella n. 14 apprendiamo che i reclusi che accettarono di commutare la relegazione con l'esilio furono inizialmente 60 accompagnati da 5 dorme e 7 figli; poi, ad essi si aggiunsero altri due politici provenienti dalle prigioni di Rimini e di Roma nonché altri 31 uomini liberi accom­pagnati da 4 donne e 5 fanciulli. Partirono, pertanto, da Civitavecchia in 93 uomini validi, 9 donne e 12 fanciulli, in totale 114 emigranti. Come appare dalla classificazione numerativa delle condanne dei suddetti sessan­tadue politici, che segue alla tabella nominativa, le condanne per i politici andavano da 1 anno a vita; ma la maggior parte di essi doveva scontare l'ergastolo (29) o lunghe detenzioni (9 a 10 anni, 2 a 15, 13 a 20, 2 a 25, 1 a 30).
Il Ghisalberti non fa cenno del seguito che ebbe l'iniziativa né delle vicissitudini affrontate in Brasile dagli emigrati ma pubblica una vasta documentazione sulla condanna da essi subita in patria, sulle motivazioni, politiche o meno di essa e, inoltre, altra tabella (n. 8) comprendente i nominativi di 25 reclusi che avevano accettato di essere trasferiti in Grecia, il che ci propone un'altra problematica tuttora poco nota della emigrazione coatta dagli Stati della Chiesa in Paesi mediterranei
Parecchi anni dopo, nel saggio e capitolo già citati, lo Scarano, trat­tando dei tentatavi che aveva fatto il Governo napoletano per aprire la via dell'emigrazione ai carcerati comuni e politici che affollavano le più-