Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <480>
immagine non disponibile

480
Salvatore Candido
bahiana e che provocarono la partecipazione di parecchi emigrati alla rivolta separatista della provincia di El Salvador scoppiata il 30 novem­bre 1837 per ispirazione del medico liberale Francisco Sabino Alves de Rocha Vieira, conclusasi il 15 marzo 1838 con la vittoria dell'esercito imperiale, nel corso della quale era stata proclamata l'effimera Republica baiense. Dal nome dell'ispiratore, la rivolta è comunemente definita Sabinada.
In quel tempo si manifestarono gravi fermenti indipendentistici in varie province del Brasile che provocarono periodi più o meno lunghi
8) La pubblicazione, nel saggio del de Azevedo, della lettera inviata, il 15 maggio 1838, dal Viceconsole sardo in Bahia, Antonio Giuseppe Armando, al Presidente di quella provincia, cui ci riferiamo appresso, ci ha suggerito di volgere le ricerche sui fondi dell'Archivio di Stato di Torino che riguardano le rappresentanze diplomatiche e consolari in Brasile per accertare se il rappresentante sardo in Bahia o nella capitale avesse fatto giungere a Torino notizie sulla rivolta e sulla partecipazione ad essa di sudditi di Stati italiani. Siamo grati al prof. Phillip K. Cowie, ben noto quale colla­boratore di questa Rassegna, che ha effettuato per noi dette ricerche. Da esse risulta che non sono giunti fino a noi i dispacci inviati da Bahia dal predetto Armando alla Legazione sarda in Rio che in quel tempo, essendo il Ministro conte Egesippo Palma di Borgofranco rientrato, nel novembre 1837, negli Stati sardi, era diretta ad interim dal Cancelliere della Legazione e Viceconsole A. Alloat. Questi, nei dispacci che vanno dal 25 novembre 1837 al 7 maggio 1838, riferisce puntualmente al conte Solaro della Margarita, ministro degli Affari Esteri in Torino, sui casi di Bahia ma non fa alcun cenno alla partecipazione dei deportati di Civita Castellana. Da detti dispacci apprendiamo: che il 7 novembre era scoppiato a Bahia un movimento rivoluzionario e che era stata proclamata la repubblica (disp. del 25 novembre 1837); che gli abitanti non avevano preso parte alla rivolta e che il numero dei rivoltosi era esiguo (disp. del 28 novembre); che le forze imperiali si disponevano ad operare contro i ribelli (disp. del 18 dicembre); che, a causa del blocco navale, la popolazione ed i ribelli erano ridotti alla fame (disp. del 18 gennaio 1838); che il Viceconsole a Bahia aveva diffuso uno scritto per far conoscere ai sudditi di S. M, che quelli che prendessero parte in quella commozione politica perderebbero ogni diritto alla protezione di quel V. Consolato e che il numero dei ribelli era cresciuto notevolmente ritenendosi che essi disponessero di 5000 uomini bene armati (disp. del 27 febbraio); che la guerra civile imperversava e che gli imperiali si apprestavano a sferrare per terra e dal mare l'attacco decisivo per stroncare la rivolta (disp. del 17 marzo); che il 13 marzo l'attacco era stato sferrato e si era concluso, dopo dura lotta che aveva, fra l'altro, provocato l'incendio di 60 case, con la vittoria degli imperiali che avevano catturato 2750 ribelli, ne avevano ucciso 800 ed avevano fatto prigionieri i capi (disp. dell'8 aprile); che erano state consegnate al Viceconsolato di Bahia richieste di indennizzo per i danni subiti dai sudditi sardi per gli incendi e le devastazioni provocati dai ribelli (disp. del 7 maggio). Il solo cenno di partecipazione di un suddito di Stato italiano alla rivolta lo abbiamo nel dispaccio citato del 27 feb­braio 1838 in cui J'Alloat informa di avere appreso dall'Armando che il suddito sardo Giacomo Conte aveva partecipato alla rivolta e che, catturato dagli Imperiali, era stato consegnato a questi che aveva provveduto a rimandarlo a Genova con la prima nave sarda che aveva fatto scalo in quel porto e che di questo era stato avvertito l'Ammi­ragliato per i provvedimenti di sua competenza. Nessun cenno, ripetiamo, sui deportati dagli Stati della Chiesa.
I dispacci dell'Alloat si conservano presso l'Archivio predetto in due serie distinte corrispondenti al protocollo del Consolato Generale sardo {Consolati nazionali - Rio de Janeiro, mazzo n. 1, 1834 in 1842) e della Legazione sarda (Lettere Ministri Brasile, mazzo n. 1, 1834, in 1838, fase. Legazione del Brasile, 1838).