Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <483>
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Emigrazione coatta in Brasile
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per il r novembre 1836, non aveva avuto luogo per mancanza del numero legale e che già in quel tempo il Direttorio si trovava in grandi difficoltà perché non riusciva a collocare coloni che si trovavano già nel deposito ed attendendo da Genova, per lettere ricevute dal nostro Ministro in Italia, un numero considerevole di coloni.
Più oltre il Calmon afferma che i coloni provenienti da Genova erano duecento e che il Direttorio non aveva ritenuto opportuno e con­veniente presentarsi dinanzi all'assemblea degli azionisti senza aver prima, rimosso siffatte difficoltà.
Il verbale segue con l'esposizione che il Calmon fa delle origini della Compagnia di colonizzazione. Esse risalivano a data recente poiché la costituzione del capitale e la raccolta delle azioni erano datate al 1 novem­bre 1835. Erano stati chiesti al Governo l'uso dei locali in cui ospitare ed assistere i coloni importati ed ai proprietari di terre incolte di consen­tirne lo sfruttamento agli emigrati che fossero contadini. L'iniziativa era stata accolta, a sua detta, con grande favore, anzi con entusiasmo, tanto che il Direttorio aveva deliberato, aderendo ad espressa richiesta degli azionisti, che conveniva dar subito corso alla importazione dei primi coloni e contrattare l'introduzione nel paese di emigrati provenienti dalle Azzorre e dalle Canarie. Il Calmon afferma testualmente: E perché fosse messo in condizione di stipulare con ponderatezza contratti similari con altri impresari o agenti in Svizzera, Germania, Italia, lo stesso Direttorio scrisse ai signori Ministri ed Agenti diplomatici a Londra, Bruxelles e Roma pregandoli di voler fornire alla Compagnia le informazioni che giudicassero necessarie sulla convenienza o meno di importare coloni dai predetti Paesi ma anche sui nomi di individui che potessero essere nomi­nati agenti in quelle regioni perché il Direttorio potesse accordarsi diret­tamente con essi.
Il testo fa chiaramente intendere che ai rappresentanti diplomatici brasiliani nei tre Paesi non era data facoltà di disporre l'invio di coloni senza che fosse richiesto il preventivo assenso della Compagnia e neppure era data ad essi facoltà di scegliere, ma soltanto di proporre, gli agenti che avrebbero dovuto collegarsi con la Compagnia. Tesi questa che è confermata dal seguito del discorso del Calmon il quale, appunto, lamenta che il de Drumond avesse agito di sua iniziativa e, senza chiedere il preventivo assenso della Compagnia, avesse fatto partire da Genova 207 coloni che erano giunti ai primi dell'anno in quel porto. Il Calmon, che pur loda il ministro del Brasile in Roma perché, a sua detta, aveva operato pieno di zelo e lodevolissimo patriottismo (cheio de zelo e mui louavel patriotismo), fa presenti gli inconvenienti che l'arrivo dei coloni suddetti aveva provocato e si riferisce nei termini seguenti alle gravi conseguenze del precipitato procedere del de Drumond sia per la Compagnia che per i coloni: Malgrado si fosse data notizia sui giornali con molto anticipo dell'arrivo di detta spedizione, composta di gente scélta e di un numero considerevole di artigiani, soltanto pochissimi di essi avevano trovato collocazione di lavoro durante le due prime settimane. Ed è deplo­rato il fatto che parecchi di essi avessero lasciato nel loro paese impieghi, affari, interessi e venduto per somme esìgue tutto quello che possedevano