Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <487>
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Emigrazione coatta in Brasile 487
dal maggio 1831 al marzo 1837, che comprende 273 nominativi, appare che 47 reclusi erano stati arrestati nel 1833, 15 nel 1834, 6 nel 1835 ed altret­tanti nel 1836. In detto elenco, purtroppo, la motivazione della condanna è espressa in tono molto generico, ad es. con l'indicazione Affari o titoli o demeriti politici o Cospirazione o Titoli varii oppure con la qualifica generica di Settario; ci sono, per altro, indicazioni più precise che si riferiscono ad un'opera di proselitismo o all'appartenenza a società segrete. Bastino alcuni esempi segnalati dal predetto elenco: tale Camillo Tomma-sini di Bologna, compositore di stamperia, arrestato il 2 marzo 1833, è condannato all'esilio per stampa; Napoleone Vecchietti di Macerata, arre­stato il 7 giugno 1832, è condannato parimenti all'esilio per tendenza al liberalismo; per l'appartenenza a società segrete sono condannati Raffaele Caterbi e Giovanni Salvatori, cui ci riferiamo appresso.
Dei 20 deportati arrestati dall'esercito imperiale (dall'elenco dei 21 va tolto il Mussarelli che non appare in alcun elenco di deportati), come appare dall'elenco inviato dal Fabbrini con il dispaccio del 10 giugno 1838 (doc. XII), redatto da questi sulla base delle informazioni fornite dal conte Ney, soltanto tre appaiono sicuramente, secondo le indagini svolte dal Ghisalberti e dal Lodolini, coinvolti nei fatti del 1831; gli altri furono condannati con sentenze emesse negli anni che vanno dal 1833 al 1836 ed appare, pertanto, che lo fossero per la loro partecipazione ai moti ed alle cospirazioni che seguirono al 1831. È lecito argomentare che alcuni di essi siano stati portatori nel Nuovo Mondo delle ideologie proprie della Giovine Italia o di organizzazioni segrete ad essa vicine, ad es. quella dei Veri Italiani.
Dei 20 deportati che parteciparono alla rivolta 10 erano stati con­dannati a vita, 4 a venti anni, 4 a dieci ed uno solo a cinque anni e per causa che non può configurarsi quale politica, riferendosi la sentenza emessa il 29 maggio 1835 a carico di Michele Marini alla colpa di non avere egli ottemperato al precetto pasquale (per spreto precetto). L'unico italiano che perdette la vita, almeno a nostra conoscenza, fu tale Giovan Battista Rossi di Lugo, vetturale, di anni 30.
Ma quali di essi erano stati condannati per reati di opinione e per la loro appartenenza ad organizzazioni segrete? Per la maggior parte di essi i reati per cui erano stati giudicati sono indicati, come abbiamo detto, genericamente e con molta approssimazione negli elenchi del Giulini. Soltanto per due, come appare dai predetti elenchi e dalle successive indagini del Lodolini, le accuse si riferiscono a reati di ordine politico. Trattasi dei seguenti: Raffaele Caterbi condannato a vita con sentenza del 12 aprile 1836 per appartenenza a società segreta, come appare dalla testimonianza del Giulini, la di cui pena, come leggiamo nel saggio del Lodolini (p. 139), era stata, poi, ridotta a dieci anni per detenzione di carte rivoluzionarie ; Giovanni Salvatori condannato a vita, come appare dagli elenchi del Giulini, per appartenenza a società segreta la di cui pena, poi, come informa il Lodolini (p. 147), fu ridotta a venti anni con sentenza deM'8 gennaio 1836 della Sagra Consulta con la stessa motivazione. Nessuno dei due appare nell'elenco dei ribelli di Bahia.
Trattavasi, comunque, di individui altamente politicizzati e ben lo aveva compreso il Cialdi che, come appare dalla relazione sulla traslazione