Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <489>
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Emigrazione coaita in Brasile 489
Sabinada e la rivoluzione dei Farrapos, che anche i coloni italiani di Bahia parteggiassero per la rivoluzione. In questa città vivevano te famiglie dei Baggi, degli Zama, degli Spinola che avevano abbandonato la patria perché repubblicani. Il Vianna ci fornisce, infime, una indicazione di cui non abbiamo potuto accertare la veridicità attraverso i documenti da noi consultati che si riferiscono alla corrispondenza ufficiale da Rio de Janeiro con i Governi degli Stati della Chiesa e del Regno di Sardegna. Egli scrive: Il giornale Eco da Religiao e da Patria richiamava l'attenzione del Console italiano in quanto constava che alcuni coloni italiani si erano arruolati fra i ribelli.
L'autore si riferisce, poi, al fatto che il Reggente interino15) aveva particolarmente raccomandato al ministro della Guerra che cercasse con tutti i mezzi di separare dai ribelli tutti gli stranieri e, particolarmente, gli italiani che preoccupavano la Reggenza in quanto constava che fossero i più spietati nemici dell'ordine (principalmente os Italianos que consta sào os mais encamizados inimigos do Ordem...). Erano suggeriti per questo allettamenti di varia natura e tutti quei mezzi che la prudenza avrebbe potuto rendere necessari. Tattica questa che trova conferina in quanto leggiamo nel dispaccio del Fabbrìni del 2 gennaio 1838 (doc. VI).
Dubitiamo che il suddetto giudizio sugli italiani che erano passati ai ribelli potesse riferirsi ai membri delle famiglie già citate che erano giunte in Brasile, come afferma il Vianna, alla fine del secolo XVIII o nei primi del XIX, in quanto queste si erano inserite nel tessuto sociale ed economico della provincia ed avrebbero avuto tutto l'interesse a man­tenervi la stabilità politica; si riferisce, invece, ai nuovi coloni, se così possono definirsi, gente senza patria e senza prospettive per l'avvenire, che non aveva nulla da perdere e che avrebbe, anzi, tratto vantaggi dalla trasformazione e riassetto dell'ordine costituito. Ma su questo argomento occorrerebbe scavare negli archivi pubblici di Rio de Janeiro e di Bahia per probanti accertamenti sia sulle vicende della rivoluzione e sulle dispo­sizioni emanate dall'autorità imperiale e locale per reprimerla, sia per accertare quali furono le (risultanze dei processi che furono celebrati in Bahia e in altre città nel corso di due anni che si conclusero con il decreto di amnistia del 22 agosto 1840 (anno in cui Pedro II cominciò a regnare) che disponeva che i rei che fossero sfuggiti alla morte ed alle galere fossero dispersi in luoghi diversi ed a grande distanza dalle città perché non potessero nuocere.*
Molti punti oscuri, per altro, rimangono sulla presenza e sull'azione di un nucleo così compatto di emigranti, proponendosi l'interrogativo che essi avessero potuto col legarsi con il gruppo di Rio de Janeiro aderente alla Giovine Italia che era stato particolarmente attivo negli anni 1836 e 1837, come è testimoniato sia dall'impulso che essi dettero alla spedizione di Garibaldi quale corsaro riograndense sulla imbarcazione intitolata al
15) n prete portoghese Diego Antonio Feijò reggente per conto di Pedro II che era successo al padre nel 1831 all'età di sei anni.
tó) L, VIANNA, A Sabinada, cit. Vedasi il cap. XV al tìtolo Processo e exilio.