Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <493>
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Emigrazione coatta in Brasile
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di tutti coloro che aspirano ad una migliore fortuna sarebbe il mezzo più opportuno per ottenere il divisato intento, se chi la promuove fosse munito delle facoltà necessarie per garantire coloro che sono disposti ad abbandonare lo Stato Pontificio, riguardo alla loro rispettiva collocazione ed impiego nell'estero Stato suddetto; ma la mancanza di una tale garanzia non può che disanimare gli aspiranti, e rendere quasi di nessun effetto l'accennata impresa.
Una convenzione adunque sarebbe necessaria fra questo Governo e quello del Brasile che accertasse ad ogni individuo un conveniente collo­camento secondo la rispettiva professione, per la qual questo Governo destinar potesse i soggetti più. idonei e di sua fiducia perché nelle Lega­zioni specialmente procurassero d'indurre i più giovani della classe sud­detta a prevalersi della provvidenza offerta dal Governo straniero.
A tale incarico poi molto gioverebbe al proposto fine che fossero prescelti quei soggetti che, sebbene siano (rimasti fedeli al Governo legit* timo, hanno cionondimeno potuto con molta circospezione conservarsi una qualche aderenza e fiducia cogli individui di opposto partito, giacché per tal modo più facilmente si ottenga la loro annuenza. Al qual fine giove­rebbe non meno che gli incaricati di procurare tale spedizione fossero segretamente proposti dal Governo Pontificio, ma direttamente facoltizzati con lettere patenti del Governo estero.
Tanto è poi il vantaggio che ridondar potrebbe alla pubblica quiete dalla proposta spedizione che, per sempre più facilitarla, sembra espediente che questo Governo potesse sottoporsi alle spese necessarie per la trasla­zione degli individui suddetti.
Se questa proposta si crederà dal Governo eseguibile, non tarderà l'autore di essa a presentare il Capitolato delle condizioni da convenirsi fra il Governo estero e gli individui suddetti, onde siano essi garantiti di essere convenientemente da quello provveduti.
I Inedito. È un testo senza firma che si conserva nell'Archivio Segreto Vaticano (A.S.V.), Segreteria di Stato (S.S.), Fondo Esteri, anno 1847, rubrica 7, fase. 1, pp. 132 r. e v. e 153 r. Riteniamo di poterlo attribuire all'aw. Carlo Armellini, magistrato concistoriale, personaggio di grande autorevolezza, per la sua competenza giuridica, nella amministra­zione vaticana, più noto per gli eventi che lo ebbero, nel 1849, Triumviro nella Repubblica Romana.
Seguono due documenti che omettiamo per brevità: a) il primo dal titolo Proposta del Savi ed Osservazioni Armellini, datato agosto 1836 (Ivi, fase. 1, pp. 146 v.-151r.). Nelle osservazioni, dovute all'Armellini, questi si riferisce ai 149 reclusi che rimanevano ancora nel Castello di Civita, al loro stato di miseria infinita, alla imprevedibilità che essi o le loro famiglie potessero sostenere le spese del viaggio e propone che fosse corretto il decreto che disponeva per essi un esilio a vita con altro che stabilisse una durata minore per quanti non fossero stati condannati all'ergastolo; 6) un appunto per l'udienza di Nostro Signore non datato, ma presumibilmente del settembre successivo (Ivi, p. 142), in cui sono esposti al Pontefice i motivi che consigliavano l'accoglimento della proposta del Savj e vi è detto, fra l'altro: Con ciò si sgraverebbe l'Erario da una grave spesa e si avrebbe l'aria di fare un atto di clemenza e si sgombrerebbe un reclusorio di disperati che si ha cagione di ritenere per pericolosi laddove te circostanze d'Europa subissero qualche sinistra vicenda non impossibile ai giorni nostri.