Rassegna storica del Risorgimento
ESULI ROMANI BRASILE 1837
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1990
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Emigrazione coatta in Brasile 499
in tanta lontananza dalla patria, ki un paese di gente sì difforme di lingua e di costumi, a essi stranieri, nuovi, e fatti vili dalla rea fama che gli avea precorsi non restare altro scampo e speranza di migliorare la loro sorte che nel sostenere il decoro Nazionale e mostrarsi omnina-mente diversi da quello che erano stati dipinti. A queste parole aggiungeva fatti convincenti e mostrandosi, quale era in fatti, alieno da ogni vista d'interesse personale, 'rendette comuni le .sopravanzate provviste e ne affidò a loro stessi la custodia e la parca e regolare distribuzione. Ed in siffatta guisa tal si accattivò quegli animi, già sì duri e recalcitranti, che riuscì a contenerli tutti senza eccezione nei più stretti limiti del dovere. La quale sua lodevole condotta venne pubblicamente encomiata dal Presidente della Provincia, ed i fogli ufficiali di Bahia echeggiarono gli stessi encomj per tutti. Intanto per provvedere ai bisogni di tanta gente abbandonata, e destituita di ogni soccorso, ora ricorreva a quello che era avanzato della provvista, ora poneva in vendita le botti, le tavole ed altri oggetti, ora col mezzo de' suoi amici procurava loro un qualche onesto collocamento. E così un tale fu da lui fatto ammettere in quel teatro come primo Tenore con ricco stipendio; un tale fu fornito di un Negozio pieno di quanto valeagli per bene industriarsi; un altro alla direzione dei pubblici lavori, e così di mano in mano finché quasi tutti in breve spazio furono da lui comodamente e vantaggiosamente situati. E qui non va defraudato delle debite lodi il Sig.r Carlo Bernardo Sanmichele, nativo di Ancona, stabilito da molti anni in Bahia, che il Cialdi conobbe in Lisbona nel 1834, poiché questo galantuomo, e per l'amicizia che professava al Cialdi e per lo zelo che avea sommo verso il Governo Pontifìcio di cui era suddito, non solo ricevette il Cialdi nella propria casa e pagò senza nessun interesse tutti i debiti contratti per sostenere la legalità della spedizione e per soccorrere i colonj ma eziandio aprì a suo conto varie botteghe perché questi si industriassero, attendendo di rimborsarsi delle spese quando l'avviamento ed i guadagni fornissero bastantemente per potersi coprire.
Il Cialdi, nel seguito della relazione, si riferisce dettagliatamente, citando brani dello statuto della Società di cotonizzazione di Bahia e di una lettera inviata dal de Drumond al Savj, alla liceità dell'impresa ed alla esigenza che fosse onorato dalla Società predetta l'impegno assunto dal Ministro brasiliano a Roma e dal suo rappresentante nei paesi italiani ed esamina le ragioni per il disimpegno sostenute dalla Società di Bahia e le controdeduzioni da lui proposte alla stessa. A detta del Cialdi, il Direttorio della Società predetta sosteneva quanto appresso:
Non aver egli incaricato veruno in Italia a procurar dei coloni vedersi dalle lettere del Sàg.r Drumond che lungi dal credersene incaricato, egli stesso stimava di essersi in ciò preso un arbitrio. Non potere la Società, anche prescindendo da ciò, ricevere i venuti per trovarsi in stato di liquidazione, e priva di fondi, né valere contro essa l'Articolo degli Statuti, perché non si era presentato il Certificato sottoscritto dal Console Brasiliano concernene i coloni, perché si trattava di gente estratta per la maggior parte dalle prigioni cui, come massa demoralizzata, la società non era tenuta a ricevere; perché si era ecceduto nel prezzo del trasporto, ciò che si arendeva manifesto dall'ammontare della somma spesa dalla Società per altri Coloni venuti dalle Azores, onde vedendosi lesivo il con-