Rassegna storica del Risorgimento
ESULI ROMANI BRASILE 1837
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Salvatore Candido
tratto, la Società rimaneva esente dall'obbligo di riconoscerlo, e finalmente perché essa aveva già emanato un Artìcolo con cui aveva pubblicamente protestato a non voler .per ora ricevere i Coloni, né pagarne il trasporto, o fornirli di checchessia.
Il Ciatdi ribatte punto per punto le argomentazioni del Direttorio, osservando in particolare che già cinque mesi prima il Drumond aveva notificato il prossimo arrivo dei coloni e non ne aveva avuto risposta, che trattandosi di società azionaria i soci erano obbligati a far fronte ai loro impegni e che la Società, infine, non poteva esimersi dall'obbligo preso in faccia all'Europa. Per quanto si riferisce allo status dei coloni il Cialdi osserva:
Vana essere l'obbiezione desunta dalla qualità de' prigionieri inerente ad Coloni venuti, perché avendo essi subito la prigionìa in uno Stato Monarchico come Costituzionali, per questo stesso titolo appunto meritavano di esser ricevuti in uno Stato Costituzionale; né fra persone imprigionate per opinione, e non per delitti esservi luogo a demoralizzamento, e che così fosse lo mostrava la loro passata condotta sempre regolare, e tale in mezzo alla stessa inospitalità che aveva meritato i pubblici elogi, e la condotta presente, vedendosi già quasi tutti impiegati a vantaggio del pubblico e dei particolari.
Il Cialdi, infine, si riferisce al fatto che, sia l'articolo opposto al ricevimento dei Coloni creato dalla Società cinque giorni prima che essi giungessero, sia la presunta retroattività delle disposizioni emanate dal Direttorio nella imminenza dell'arrivo dei coloni non potevano avere alcun valore né avrebbero potuto obstare all'esigenza che l'Erario pontificio fosse rimborsato delle somme anticipate. Il Cialdi conclude il suo dire esaltando la sua azione che aveva reso possibile che fosse condotta a buon fine una spedizione che fu ferace di tanti e tanti pericoli ed affermando testualmente: E qui noi finiremo dicendo con fondamento e verità che, mercè le cure, l'intelligenza e la vigilanza del Cialdi, tutto venne a fine; e non crederemo poter essere tacciati di menzogna e di esagerazione se affermeremo che, mercè lui, quella Spedizione fu condotta e terminata in quel modo che si poteva desiderar migliore.
Ili Inedito. In A.S.S., Ivi, fase. 1, pp. 47 v.-58 v. La relazione non è firmata, ma si deve, senza alcun dubbio, al Cialdi. Presso la Biblioteca Vaticana {Fondo Ferrajoli, voi. 972, pp. 105-124) abbiamo consultato il manoscritto, citato dal Gualterio e dal Dalla Torre (vedi n. 2), dal titolo Relazione succinta della spedizione al Brasile partita da! porto di Civitavecchia il 9 febbraio 1837 sotto la direzione del Capitano Alessandro Cialdi, ritratta dai documenti prodotti nella Suprema Segreteria di Stato dal cav. Pietro Manzi, costatando con sorpresa che esso si limita a riprodurre il testo, e soltanto quello, della relazione del Cialdi.
Il Sanmichele che, come leggiamo in un testo a stampa datato 30 giugno 1838 dal titolo: Lettera del Signor Capitano Alessandro Cialdi della Marina Pontificia al Signor Sanmichele Negoziante Italiano domiciliato in Bahia, Impero del Brasile (Ivi, fase. 2, pp. 64 ÌT.-65 v.), era stato proposto dal Cialdi alla segreteria di Stato perché fosse nominato Console generale pontificio in Bahia. Il Sanmichele ebbe, in effetti, la nomina a Viceconsole per detta provincia <1838); sarà, poi, nel 1842, trasferito a Rio de Janeiro con il grado di Console e sarà promosso nel 1843 a Console generale nella stessa capitale, come appare da documenti che si conservano nell'Archivio di Stato di Roma (Guida delle fonti, cit., p. 126).