Rassegna storica del Risorgimento

1820 ; LUCCA ; MARIA LUISA DI BORBONE DUCHESA DI LUCCA E DI PAR
anno <1921>   pagina <12>
immagine non disponibile

12 M. Mmghini
riale, e fu invitata la Croazia a far conoscere i suoi voti per mezzo di delegati speciali. Lo .Jelacich rispose, proibendo, sótto pena di morte, ai suoi concittadini di entrare in relazioni con l'Ungheria, quindi si oppose all'inchiesta ordinata dall'arcidu­ca-palatino Stefano, dichiarando di non riconoscere altra po­testà all'infuori di quella dell'imperatore, e di sua autorità con­vocò (5 giugno 1848) un'assemblea generale. Cinque giorni dopo, un'ordinanza regia sospendeva il bano di Croazia dalle sue ca­riche civili e militari; ma egli si rifiutò di obbedire, e dichiarò che, in seguito ai cambiamenti avvenuti in Ungheria, la Croazia si separava da quel regno per unirsi con l'Austria. Nel frat­tempo, una sollevazione simile si manifestava nel basato e in Serbia, dove, qualche tempo prima, le riforme ungheresi erano pure state accolte con segni non dubbi d'approvazione. Una de­putazione di serbo-croati andò allora ad Inspruck, presso l'impera­tore, e colà lo Jelacich non durò molta fatica a sgravarsi delle accuse che gli erano state mosse, ricevendo segni palpabili che il monarca approvava il suo operato; solamente, gli fu imposto di iniziar trattative per una riconciliazione tra l'Ungheria e la Croazia, ciò che doveva fin d'allora ritenersi impossibile. Infatti, la conferenza di Vienna, alla quale convennero il Bathyanyi e lo Jelacich, si chiuse con parole di minaccia. Ci vedremo presto sulla Drava >, esclamò il Ministro ungherese, quando fu chiusa la seduta. * No , rispose il bano di Croazia, verrò io stesso a trovarvi sul Danubio .
È noto che, dopo pochi giorni, queste minacce furono un fatto compiuto, e che per un anno l'Ungheria fu teatro di san­guinosi conflitti, durante i quali l'Austria gettò la sua maschera, dichiarando di volere rinunciare alla neutralità e di appoggiare apertamente la Croazia; e lo dichiarò quando, dopo i disastri di Lombardia, aveva mano libera in Italia. Fu in quei momenti che rifulse in tutto il suo splendore la straordinaria attività del Kossuth. Ma non è qui il caso di ritessere la storia di quegli av­venimenti, <mlminati nella nomina del grande patriota a gover­natore dell'Ungheria e nell'atto di decadenza della casa imperiale d'Austria (14 aprile 1840), e che ebbero per epilogo l'intervento russo e il tradimento del Gòrgey. (1).
(1) Sullo vicende! dollft guenti d'iusnrrexione ungherese, oltre il voL già cit. di F. Mortili, e da ved. Q. KLÀPKA, Der NattonalkrUg in Uttyarn and Sie~ benbwrgm; Leipzig, 1850, in due voli.