Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <507>
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Emigrazione coatta in Brasile
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IX
DAL CARDINALE LAMBRUSCHINI ALL'INCARICATO D'AFFARI A RIO
Roma, 7 marzo 1838 Sig.r Incaricato della S. Sede Rio-Janeiro
Il dispaccio di V.S. n. 553 apre di mio animo a 'lusingarmi che quanto prima si sarà resa giustizia costì alle istanze onde il Gov[ern]o di S.S. promove il pagamento che gli è dovuto dalla Società Colonizzatrice di Bahia.
I cenni che si contengono nella lettera del P. Superiore dell'Ospizio de' Cappuccini di quella città mi fanno credere che la Società non lascia di valersi anco del pretesto, che ivi si legge riferito, riguardo cioè alla qualità di condannati ch'era inerente a' Coloni Sudditi Pontìficj. Ma in un Paese quale è il Brasile dove le condanne per delitti politici commessi nel senso liberalesco prendono il nome di azioni eroiche e meritorie parmi che si farà ben poca fortuna facendone uso.
Altronde non tutti d coloni anzidetti erano nel novero di condannati politici; un buon terzo di essi era esente da questo gravame.
Finalmente, non fu forse prevenuto il Sig.r Incaricato Cav. Drumond dall'intraprenditore di quella spedizione Sig.r Vin[cen]zo Savj che una gran parte degli individui destinati per Bahia appartenevano alla classe dei condannati per colpe politiche? Ebbene che vi rispose egli? non altri­menti che con una franca confessione della innocuità di questo titolo riguardo a persone che andavano a spedirsi in un paese dove era un domma politico la Sovranità del Popolo.
Raccomando quanto so e posso a V.S. il credito del Gov[ern]o Pontificio di cui si tratta e sicuro ch'Ella nulla trascurerà per assicurarlo, mi confermo...
IX Inedito. Ivi, fase. 2, pp, 8 r. e v.
X
DALL'INCARICATO D'AFFARI A RIO AL CARDINALE LAMBRUSCHINI
N. 564/Brasiie, n. 415 Ri Janeiro, 4 aprile 1838
Eminentissimo e Reverendissimo principe,
ai 15 dello scorso marzo le truppe imperiali penetrarono finalmente nella città di Bahia e ricuperarono quella seconda città dell'Impero dalle mani dei ribelli, che fino dal 7 novembre dello scorso anno la occuparono