Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1990>   pagina <511>
immagine non disponibile

Emigrazione coatta in Brasile
511
ohe seguirono per l'inserimento nell'ambiente locale, egli avesse potuto denunciare la perdita di beni per un ammontare cospicuo causata dagli incendi probabilmente provocati dai suoi stessi connazionali. Il predetto di 35 anni, ammogliato e di professione doratore, come leggiamo nell'elenco degli emigrati volontari pubblicato dal Lodolini (cit, p. 152) fu, probabilmente uno degli emigrati di cui leggiamo nella relazione del Cialdi (doc. V) che fu aiutato dal suddito pontificio Carlo Bernardo Sanmichele il quale, vi è detto, aveva aperto per conto dei coloni varie botteghe perché questi si industriassero, atten­dendo dì rimborsarsi delle spese quando l'avviamento ed i guadagni fornissero bastante­mente per potersi coprire.
XIII
IL CARDINALE LAMBRUSCHINI ALL'INCARICATO D'AFFARI A RIO DE JANEIRO
Sig. Incaricato d'Affari Rio de Janeiro
30 ottobre 1838
Nulla mi sorprende di tutto ciò che V.S. mi ha partecipato col suo Disp[acci]o 576 in ordine alla parte presa da taluni Sudditi Pontincj ora coloni in Bahia, né gl'incendi suscitati in più punti di quella città, e della voce pubblica che ivi gli accusa di più delitti commessi antecedentemente alla loro partenza dalle rispettive contrade natie.
Per quanto possano essere esagerate cotali nuove e cotali vocife­razioni, giacché conviene pure ammettere che molto volentieri si gettano ovunque sugli esteri le colpe anche degli indigeni, giacché mancano ai primi i mezzi di scolparsi de' quali abbondano i secondi, pure è fuori di dubbio che il loro contegno fu ed è tale da accreditare quanto si dice di male riguardo ad essi.
Ciò non dee torre che V.S. prosegua ad operare con impegno onde l'Erario di S.S. riceva la somma di cui va creditore sulla Società Coloniz­zatrice di Bahia. Cotesto Governo non può dimenticare la parte avuta nella spedizione dei nostri coloni dal Suo Rappresentante di allora, sig. Dtnimond.
So che questi è possessore in patria di una ricca fortuna: io non esiterò ad autorizzare V.S. a farlo convenire dn giudizio se saprò che la lite possa farsi costì, senza spendere somme troppo grandi e se Ella sarà per significarmi che possa sperarsene con buon successo. Per ora V.S. non lasci di far pratiche presso il Governo nel senso che a noi ne occorre.
Mi è grato...
XV Inedito. Ivi, fase. 2, pp. 57-58 r. Come appare da altra minuta allegata al foglio, i due dispacci del Fabbrini nn. 570 e 576 furono, in data 9 novembre, inviati in visione al Governatore di Roma con la seguente lettera di accompagnamento: Giovando che Monsignor Governatore di Roma prenda contezza delle notizie che si sono avute sul primari adepti che ha la Giovine Italia in Rio Janeiro non che sui Sudditi