Rassegna storica del Risorgimento
CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
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1990
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/ circoli umbri del 1848
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Una mobilitazione che fece da sostegno e da pungolo rispetto alle prudenze e ai tentennameti dello stesso Consiglio dei deputati di Roma e delle varie Giunte di governo succedutesi in quei mesi convulsi. Si tenga presente che nel programma di Governo presentato da Pellegrino Rossi ài 22 -settembre non si parlava di indipendenza italiana, ma solo di comunanza -d'interessi e si prevedeva una futura Dieta federale composta soltanto da rappresentanti regi; una proposta che era in contrasto perfino con quella formulata dal Rosmini, nella quale si prevedeva che un terzo dei suoi membri fossero rappresentanti regi e due terzi rappresentanti popolari. Furono soprattutto i mazziniani, a Roma, in Umbria, in Romagna e nelle Marche, a spingere nella direzione di un coinvolginiento popolare negli avvenimenti politici. Il Circolo di Perugia, diretto da mazziniani di sicura fede quali Filippo Senesi, Cesare Ragnotti, Coriolano Monti e Ario-dante Fabretti, oltre che dall'abate giobertiano Raffaele Marchesi,8* si proponeva come diceva il primo dei suoi appelli alla cittadinanza di promuovere i vantaggi intellettuali, morali e materiali del Popolo e così giovare alla pubblica cosa .9>
Nel programma diffuso alla fine di settembre, affermato che la vita e la salute d'Italia è ora nel popolo, si indicavano due obbiettivi: l'indipendenza e la federazione degli Stati italiani, sulla base di una Dieta dove, alle prerogative dinastiche fossero preposti il voto e i bisogni del popolo, andando dunque ben ai di là del programma moderato proposto pochi giorni prima dal Governo di Roma e precedendo la proposta lanciata dieci giorni dopo dal Montanelli (anche se al posto del termine Costituente veniva usato ancora quello di Dieta). Veniva poi espresso il proposito di procedere ad un collegamento con gli altri Circoli italiani, preludendo si diceva con tale legame a quella nazionale assemblea che la forza dei tempi e la salvezza d'Italia richiedono.1
il 4 ottobre i dirigenti del Circolo che raggiunse il numero considerevole di 250 soci riaffermarono che per essi il solo potere legittimo era il potere della effettiva maggioranza .u> Tutto questo basta a smentire le affermazioni del tutto riduttive del Mazzonis, secondo il quale il Circolo popolare di Perugia sarebbe stato soprattutto preoccupato dell'ordine pubblico piuttosto che delle questioni politiche .
il principio della suprema sovranità nazionale potesse essere attuato si richiedevano due condizioni di fatto: la prima che tutta la nazione italiana possa essere rappresentata, la seconda che da ogni parte di lei accorrano gli eletti dal suffragio universale del popolo (cfr. A. M. GHIS ALBERTI, op. cit., pp. 287-288).
8) Su questo personaggio si veda M. MENCARELLI, I tempi, la vita e l'opera del-Vab. Raffaele Marchesi, Padova, Cedam, 1965.
9) B. RASCHI, Movimento polìtico della città di Perugia dal 1846 al 1860, Foligno, Tip. già cooperativa, 1904, pp. 156457,
" Ivi, pp. 157-158.
) Ivi, pp. 158-159.
) F MAZZONIS, Correnti politiche in Umbria prima dell'Unità (1849-1860), in