Rassegna storica del Risorgimento

CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
anno <1990>   pagina <532>
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552 Gian Biagio Furiozzi
Il 9 dicembre il progetto Mamiani fu approvato dal Consiglio dei Deputati, ma la discussione s'intrecciò con quella più pressante della vacanza di potere. Il giorno successivo il Circolo popolare di Terni, presieduto da Giuseppe Nicoletti, rivolse al Consiglio dei Deputati un preoccupato appello nel quale ci si chiedeva in primo luogo se esisteva, a Roma, un Governo legittimo e risoluto in grado di salvare lo Stato sia da una invasione che da parossismi politici o da una sfiduciata paralisi ; lo si invitava quindi, confidando nella opinione universale , portato della verità, perciò di Dio , a lanciarsi nella via dell'azione , promuovendo sia la Costituente dello Stato che la Costituente italiana; alla seconda sarebbero andati certa­mente i milioni di voti sorgenti da ogni zolla, da ogni fiore italiano . Quindi, una scelta chiara a favore del suffragio universale, anche se non si arrivava a chiedere come fece in quei giorni ad esempio il Circolo di Macerata che, nel caso di una latitanza del Consiglio dei Deputati, il Circolo popolare romano si sostituisse ad esso per convocare i comizi elettorali.
Il 13 dicembre si tenne a Forlì un'assemblea di Circoli politici, alla quale presero parte quelli della Romagna e alcuni delle Marche, mentre non vi parteciparono quelli umbri, ma probabilmente solo per problemi logistici. Vi fu approvata una dichiarazione, proposta da Aurelio Saffi e Antonio Zambianchi, nella quale si affermava che con la fuga del papa la monarchia costituzionaile era di fatto cessata e si rendeva quindi inevi­tabile il ricorso alla sovranità popolare. Era questa la linea sostenuta con forza da Mazzini, secondo il quale la fuga andava considerata come un'abdicazione, dando luogo di fatto ad una Repubblica, in quanto al di fuori del popolo non poteva esistere alcuna sorgente d'autorità ?*) Una linea che abbiamo visto espressa, del resto, già nel documento del Circolo di Perugia del 30 novembre.
Il 14 dicembre di Circolo popolare di Spoleto pubblicò un manifesto molto duro indirizzato ai Corpi deliberanti romani che avevano appena istituito una nuova Giunta di Stato, chiedendo loro: Chi vi dette il mandato di crearci un nuovo Governo? . Sottolineata la evidente illegit­timità e anormalità di questa decisione, si aggiungeva che essa poteva essere accettata, per senso di responsabilità, come un provvedimento temporaneo , come un potere di transizione , finché si fosse costituito un governo veramente legittimo, espressione vera dei voti del popolo sovrano . Era infatti tempo, si affermava ancora, di pensare al popolo che finora aveva assistito tranquillo come spettatore ad un dramma ove egli ha diritto e necessità d'intervenire come protagonista, e con­cludeva: Le province fremono, e se si tardi ancor di poco a consultarle sui loro bisogni, su' loro voti, su di una causa che è tutta loro, una causa
Sul movimento democratico a Spoleto sì veda S. FRATELLINI, Spoleto nel Risorgimento nazionale, Spoleto, Tip. timbra, 1910.
2i) Cfr. G. CANDELORO, op. clt.t p. 343.