Rassegna storica del Risorgimento

CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
anno <1990>   pagina <534>
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Gian Biagio Furiozzi
coronamento di una battaglia durata molti mesi, come lo furono quelli di tutte le altre province dello Stato pontificio. Alla soddisfazione subentrò però subito almeno nel capoluogo la preoccupazione per le difficoltà di allestimento delle -liste elettorali, non essendo ì municipi bene attrezzati per una operazione che non aveva precedenti nella storia italiana. Cosicché, l'esercizio del diritto di voto, tanto agognato, rischiava di essere vanificato. Su indicazione dello stesso decreto governativo, i municipi pensarono di servirsi dei libri parrocchiali, senz'altro più completi dei registri comunali. Solo che, a Perugia, si ebbe l'idea, abbastanza ingenua, di richiedere al vescovo l'autorizzazione formale per il loro uso. Del resto, qualche tempo prima il municipio aveva chiesto al vescovo addirittura la dispensa all'os­servanza del precetto festivo per i cittadini che lavoravano alla demo­lizione della Rocca paolina, odiato simbolo della dominazione papale...
La richiesta dei libri parrocchiali fu rivolta per ben tre volte al vescovo, ma senza esito. La sera dell'8 gennaio il vescovo Pecci inviò ai rappresentanti comunali, finalmente, una lunga lettera di risposta in cui esprimeva la sua penosa meraviglia per la richiesta pervenutagli e per la loro adesione all'Assemblea nazionale; li invitava a ponderare la gra­vità e le conseguenze di un atto che comportava gravissima turbativa e attentato al potere legittimo? deplorava l'illusione che egli potesse esservi coinvolto fornendo i libri parrocchiali e avvertiva che non sarebbe rimasto in silenzio, minacciando sanzioni penali .25) Il magistrato incaricato della compilazione delle liste elettorali fu costretto a dimettersi, mentre un gruppo di impiegati comunali dovette lavorare sodo utilizzando la docu­mentazione in possesso del municipio. I Circoli popolari di Perugia, Foligno, Città di Castello, Todi e Città della Pieve rivolsero, a questo punto, un appello agli elettori nel quale il voto popolare veniva definito un atto solenne, nuovo nella storia moderna del popolo italiano e si rivolgeva l'invito ad eleggere rappresentanti degni dei tempi [...] uomini di fede e di sentimenti demooratici . Seguivano i nomi delle persone sulle quali si erano mdirizzati i suffragi dei Circoli. La stessa procedura sarà usata in occasione delle successive elezioni municipali.
Le operazioni di voto si svolsero in Umbria in modo del tutto regolare, come in tutto lo Stato pontificio, dove parteciparono al voto, complessiva­mente, ben 250.000 elettori, su una popolazione di tre milioni, tanto che il ministro dell'Interno Armellini dirà: Il suffragio universale non fu applicato con tanta regolarità ed estensione, forse neppure nei luoghi dove questa stessa istituzione fu iniziata .26)
25) B. RASCHI, op. cit., pp. 170-172. Va precisato che invece il Pecci aveva coadiuvato l'opera dei comitati preparatori per le elezioni dell'anno precedente (cfr. S. MASTELLONE, // neoguetfismo a Perugia e l'Accademia dei Flledonl al tempo del vescovo Pecci, in Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria, LXIV (1967), pp. 185-200).
26) cfr. C. RUSCONI, La Repubblica Romana (del 1849), Capolago, Tip. Elvetica,