Rassegna storica del Risorgimento
CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
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1990
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542
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542 Libri e periodici
rivelazione il capitolo ad essa dedicato, proponendosi di approfondire ancora l'argomento con ulteriori ricerche.
Sul piano più generale, ia merito alla presenza italiana a Bahia, l'Autore ricorda che essa fu ampia sin dal primo momento. Quando Fedro Alvarez Cabrai scoprì il Brasile, della sua flotta facevano parte due navi di privati, una delle quali del banchiere fiorentino Bartolomeo Marchionì, personaggio di primo piano nel finanziamento delle spedizioni portoghesi alle Indie. È probabile aggiunge che buona parte degli equipaggi delle navi portoghesi, al pari di quelli delle navi spagnole, fosse costituito da italiani.
Bahia, in particolare, fu toccata per la prima volta da una spedizione di cui faceva parte Amerigo Vespucci, che la descrisse, e fu rappresentata nel 1502 nel planisfero disegnato da Alberto Cantino per Ercole d'Este, sì che è dall'Italia che Balùa fu conosciuta in Europa (p. 14).
Alla lotta per la riconquista di Bahia, occupata dagli olandesi, parteciparono nel 1624-25, sorto bandiera spagnola {il Portogallo era allora unito alla Spagna), quattro navi napoletane con reparti da sbarco ed un reggimento napoletano di fanteria. Fra i comandanti, il marchese Carlo Andrea Caracciolo ed il conte Giovanni Battista Sanfelice. Né meno ricca la presenza di sacerdoti e missionari.
Nomi italiani, del resto, sì trovano a Bahia {così come in tutto il Brasile: Acciaioli, Adorno, ecc.) durante tutto il periodo coloniale; fra gli altri, quelli dei Doria di Genova e dei Cavalcanti di Firenze. Dagli atti dell'Archivio di Bahia, l'Azevedo ne elenca alcune decine.
Nell'Ottocento, poi, l'immigrazione dall'Italia si fece ancor più consistente, anche prima dell'Unità (per non parlare del periodo post-unitario, quando il Brasile costituì una delle mete della grande emigrazione di milioni di italiani). Azevedo ricorda fra l'altro l'assunzione nel 1856 di un migliaio di operai italiani per costruire una delle prime ferrovie, ed elenca, dallo spoglio dei registri portuali, le navi, soprattutto sarde, che toccarono la Cidade do Salvador da Bahia.
E gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Perciò questo lavoro dell'Azevedo, modesto nella mole ma denso di notizie, costituisce un interessante e documentato panorama della presenza italiana in una città che ha avuto un ricco ed incisivo ruolo nella storia del Brasile, del quale fu a lungo la capitale.
ELIO LODOLINI
Die Protokolle des ósterreichischen Ministerrates, 1848-1867, Serie III, Dos Ministerium Buot-Schauenstein, voi. IV, 23. Dezember 1854-12. Aprii 1856, a cura e con introduzione di WÀLTRATJD HEINDL, con una prefazione di HELMUT RUMPLER; Wien, Osterreichischer Bundesverlag, 1987, in 8, pp. XLV-344. S.p.
U quarto volume della terza serie dei protocolli del consiglio dei ministri austriaco
curato, come i volumi precedenti, con grande scrupolo filologico e ricca informazione
storica da Waltraud Heindl copre il periodo che va dal 23 dicembre 1854 al 12 aprile 1856. Quasi a metà di questo periodo si verìfica un importante mutamento nella composizione del consiglio dei ministri: il 14 gennaio 1855 vengono accettate le dimissioni del ministro delle finanze e del commercio, Andreas Baumgartner, che aveva da tempo chiesto di essere sollevato dall'incarico, consapevole del fallimento della propria politica finanziaria e amareggiato da accuse che gli erano state mosse in relazione alla gestione delle ferrovie. Il 15 marzo viene nominato ministro delle finanze Karl von Bruck;