Rassegna storica del Risorgimento

CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
anno <1990>   pagina <546>
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Libri e periodici
vittoria, a tutto vantaggio di O'Donnell stesso e dell'oligarchia militare che lo attorniava. Ma era anche un modo per non lasciare spazio a chi reclamava una ripetizione della spedizione in Italia del 1849; finché c'era da combattere i moros in Marocco, O'Donnell poteva sostenere davanti a chiunque, compreso Pio IX e Isabella II, che non c'erano truppe disponibili da inviare in aiuto di Francesco II di Napoli o del Papa.
Però nel 1861 O'Donnell si trovò davanti al problema del riconoscimento o meno del neonato regno di Vittorio Emanuele II e neanche la sua abilità riuscì a cavarlo d'impaccio. Non osò lo scontro con la Corona e quindi ritirò l'ambasciatore di Spagna da Torino e non riconobbe il regno d'Italia, con l'ovvio risultato di farsi bollare come reazionario dagli italiani e spingere i Progresistas verso quella rottura con la monarchia di Isabella II che fu consumata da loro poco dopo, nel 1863. La credibilità del liberalismo della Union Liberal uscì malconcia dalla vicenda, e invano O'Donnell colse l'occasione offertagli dalla Convenzione di Settembre del 1864 per procedere finalmente al riconoscimento del Regno d'Italia. Sperava di ricucire lo strappo con Sagasta e di riportare i Progresistas in alveo istituzionale senza dovere per questo affrontare uno scontro con la Santa Sede e quindi con la regina, il clero e i cattolici intransigenti. Ma scoppiò ugualmente la bufera con l'affare dei tre vescovi l'arcivescovo di Burgos, il vescovo di Osma e quello di Tarazona i quali attaccarono pubblicamente il governo a motivo di questo riconoscimento, infran­gendo le secolari tradizioni regaliste della Spagna. Nel giugno 1867 la regina ritirò la sua fiducia a O'Donnell, e sostituì il duca di Tetuàn al governo con il duca di Valencia, cioè Narvaez. Questi si affrettò a dare al clero e ai clericali tutte le soddisfazioni che potè e strinse accordi con la Francia, nel tempestoso 1867 di Mentana, per la salvaguardia del potere temporale dei papi. Ma il 10 luglio 1868 morì e con lui sparì l'ultimo puntello del trono di Isabella II. Osteggiata ormai dai liberali di ogni gradazione, oltre che dai democratici repubblicani, priva del supporto dei due signori della sciabola, O'Donnell e Narvaez, e infangata fino al collo dalle sue scandalose avventure erotiche, la regina non aveva più scampo. Un ministero moderado Gonzalez Bravo durò il proverbiale spazio di un mattino. Nel settembre 1868 la rivoluzione spazzò dal trono Isabella II, aprendo la via a quel corso tumultuoso di eventi, di cui fece parte anche il breve regno in Spagna di Amedeo di Savoia-Aosta.
L'A. si è mantenuto fedele al titolo da lui dato al proprio libro Los gobiernos de Isabel lì y la cuestión de Italia così strettamente da lasciarne fuori ciò che non riguardi i governi e i partiti di governo. Quindi la lettura della sua opera può far restare il lettore specie se italiano con l'appetito non del tutto soddisfatto. Si vorrebbe saperne di più sugli odi carlisti per il Risorgimento italiano, visto che arrivarono a conseguenze abbastanza pesanti come la vicenda dello sfortunato generale Borjes. Ancor più si vorrebbe saperne sull'influenza esercitata dal Risorgimento italiano sui politici liberal-progressìsti o democratici e perfino su qualche militare come Prim, visto che da tutto ciò derivò nientemeno che l'ascesa di un Savoia sul Irono di Spagna. Però va riconosciuto imparzialmente che non sarebbe equo farne una colpa allo studioso spagnolo. Ha scelto un certo taglio ed a quello si è attenuto. Ognuno ha le proprie idee e i propri gusti e tutti i gusti si sa vanno rispettati. Un po' più perplessi lascia la scelta di una sigla misteriosa A.M.A.S.SJ. in luogo di quella a noi familiare A.S.M.A.E., che nella tavola delle abbreviazioni si apprende corrispondere a Archivio ministero degli Affari Stori del Stato italiano. Una conoscenza perfetta della lingua di Dante non la si può pretendere da chi non è italiano. Però Steri per Esteri è un granchio un po' grosso, diciamo la verità. Altri granchiolini sembrano essere quello di anticipare al 1848 la Repubblica Romana <p. 23) e quello di fare assediare Gaeta par las tropas de Garibaldi (p. 52). Ma sono le imprecisioni