Rassegna storica del Risorgimento

CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
anno <1990>   pagina <547>
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Libri e periodici 547
inevitabili o quasi in un lavoro che si avventura in un terreno inesplorato e non facile. Non per tali piccole mende noi italiani dobbiamo essere meno grati all'autore di questa opera, che con tanto meritorio impegno ha portato in luce pagine inesplorate o quasi di storia spagnola, le quali hanno alta rilevanza anche dal punto di vista degli studi risorgimentali.
GIORGIO SPINI
ANTONIO IODICE, La battaglia del Volturno, presentazione di G. Galasso; Napoli, La Lauren-ziana, 1990, in 8, pp. XLVII-523, con 32 ili. L. 60.000.
Mancava, finora, nella vastissima letteratura su questo avvenimento importantis­simo del nostro Risorgimento, un'opera di revisione critica. Lungi dall'essere inutile, dopo più di un secolo di ricerche, di scritti e di polemiche, essa viene opportuna a ricolmare una lacuna ancora perdurante nella storiografia. È, infatti, uno studio a cal­colato carattere sistematico, corredato da una ricchissima bibliografia e dalla trascri­zione di numerosi documenti inediti (68), oltre a quelli, anch'essi numerosissimi, tratti dalle opere degli storici precedenti. Frutto di accurate ricerche d'archivio, compiute soprattutto nell'Archivio dei Borboni, soltanto da pochi anni aperto agli studiosi, esso fa luce intorno a punti oscuri e controversi di varie relazioni sulla battaglia, sui pro­dromi di essa e sullo scambio di vedute avvenuto tra Francesco II, il Ritucci e llffloa subito dopo quel fatto d'armi, quando c'erano ancora tra i borbonici velleità di ripresa dell'offensiva. Inoltre, rettifica molti dati, corregge parecchi errori, e ci permette di farci degli avvenimenti un'idea più esatta di quella che storici borbonici legittimisti o scrittori risorgimentali ce ne avevano data. Non si tratta di una delle solite pubblica­zioni frettolose e superficiali, tendenziose o retoriche, che abbondavano fino a pochi anni fa, ma di un lavoro lungo, ponderato, paziente, diligentissimo: esso sì distingue per la sua obiettività, per il sereno equilibrio dei giudizi, per l'imparzialità: di un lavoro, dunque, degno di fede, perché condotto anche con scrupolosa meticolosità nella ricerca del vero e su fonti sicure, con rigore di metodo.
Nell'ampia esposizione, egli ha inserito con lievi ritocchi due saggi da lui pubblicati precedentemente in varie sedi, e dai quali era già possibile rendersi conto del metodo seguito e dei suoi fecondi risultati. Dal confronto accurato, criticamente sottile, tra le varie versioni spesso discordanti di testimoni oculari borbonici o garibaldini e tra i giudizi di esperti di arte militare e dei più seri storici sia filo-borbonici, sia filorisorgimentali , attraverso l'esame attento di attendibili documenti (come rapporti militari) e di diverse testimonianze (dispacci, lettere, memorie, ecc.), non trascurando le notizie date da autorevoli giornali dell'epoca (The Times, Journal des Débats, ecc.), l'Autore cerca di accertare il maggior numero possibile di particolari sui movimenti delle truppe e sulle operazioni militari relative ai vari fronti, per potere ricostruire lo svolgimento degli avvenimenti, Si occupa, a preferenza, delle azioni belli­che e delle circostanze che incisero su di esse, oltre che delle condizioni in cui quelle azioni si svolsero, ma non trascura di accennare, quando occorre alla situazione poli­tica a cui gli avvenimenti militari gli appaiono strettamente connessi.
Mira principalmente, in questa indagine, a scoprire gli errori del comandanti e i motivi che condussero alla sconfitta borbonica e, quindi, al successo garibaldino (divi­sione delle forze, mancanza di unità di comando, mancato coordinamento tra i quattro fronti, mancato sincronismo delle operazioni, sciupio delle riserve); nonché a precisare le responsabilità. Una delle parti fondamentali del lavoro è quella in cui sono indagate