Rassegna storica del Risorgimento

CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
anno <1990>   pagina <553>
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Libri e periodici
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del sècolo dei lumi, emersero le Casse di Risparmio, che gradualmente si moltiplicarono e si ingrandirono. Esse compresero per prime l'importanza etica ed economica del risparmio, lo diffusero e lo resero fruttifero, affermando il fecondo principio della benefi­cenza non gratuita , ma intesa come strumento di elevazione sociale. Con la loro creazione, quindi, anche le piccole somme, prima sterilmente tesoreggiate, furono riunite per diventare produttive, trasformandosi in sovvenzioni all'economia privata oppure in prestiti per finanziare opere di pubblico interesse. Da istituzioni di previdenza, quali erano considerate agli inizi, le Casse di Risparmio si rivolsero sempre più all'attività bancaria, trasformandosi in vere aziende di credito e stimolando il progresso delle economie locali. Un esempio di tale evoluzione è dato dalle vicende della Cassa di Risparmio di Parma. Condotta da un gruppo di ricerca costituito da storici e da economisti, pur nella diversa connotazione metodologica, l'indagine sulla storia della Cassa di Risparmio emiliana vuole contribuire, come chiarisce esplicitamente lo stesso Basini nella prefazione, alla ricostruzione problematica di un rapporto, quello tra la banca, il suo territorio e la sua gente, e di un ruolo, quello dell'intermediazione creditizia nella dinamica del mutamento economico e sociale di una provincia.
Dopo un'ampia introduzione nella quale vengono evidenziati, tra l'altro, i punti. salienti dell'indagine svolta, il volume si articola in diverse parti (dovute a più autori), che, però, conservano un'impostazione logica e cronologica e conferiscono unitarietà al volume. La prima parte, di Michela Dall'Aglio, affronta i problemi connessi alla nascita della Cassa di Risparmio di Parma ed alla sua affermazione in un ambiente caratterizzato da un precario equilibrio agricolo-commerciale, basato su un'agricoltura povera, su una diffusa attività para-agraria di trasformazione e su una manifattura concentrata sulla lavorazione della seta. Dopo aver richiamato i punti principali dello Statuto della Cassa, l'A. evidenzia il problema principale dell'Istituto nei primi anni di vita: la preoccupazione di essere sempre in grado di affrontare eventuali massicce richieste di rimborso, cercando un costante equilibrio tra investimenti sicuri e di facile realizzo ed altri più remunerativi, ma anche più rischiosi. Facendo ricorso ad un corredo piuttosto consistente di tavole statistiche, l'A. dimostra come il portafoglio titoli pubblici rappre­sentasse più del 50 per cento del totale degli impieghi. Solo con l'inizio degli anni Ottanta dell'Ottocento, caratterizzati dalla riduzione degli interessi sui titoli del debito pubblico, si verifica un contenimento degli investimenti in titoli ed un maggiore impiego in operazioni di credito commerciale, a sostegno dell'economia locale. La Cassa di Panna accorda il suo sostegno finanziario alle nuove istituzioni agrarie, come il Consorzio agrario, la Cattedra ambulante di agricoltura, il Consorzio agrario cooperativo, le Casse rurali. Si moltiplicano anche le sovvenzioni in conto corrente, i prestiti sull'onore, i prestiti chirografari (con vaglia cambiari a breve termine muniti di almeno due firme dì persone solvibili impegnate solidalmente) ed i mutui ipotecari destinati al miglioramento delle proprietà fondiarie. Più prudente è, invece, il rapporto che la Cassa instaura con le attività industriali e commerciali, dato che le somme devolute globalmente a tale scopo non furono mai molto rilevanti.
Nella seconda parte, Alessandro Saguatti, mette in luce i mutamenti verificatisi nella composizione degli impieghi e nelle modalità della raccolta dei depositi della Cassa nel periodo compreso fra la fine del secolo XIX e il 1929. Meriti particolari di questa indagine sono il confronto che l'A. stabilisce tra la Cassa di Risparmio di Parma ed altre Casse, in particolare quelle emiliane, operanti in aree con livelli di sviluppo simili a quello raggiunto in provincia di Parma, ed il riferimento puntuale alle vicende economiche e bancarie del Paese. Le Casse di Risparmio furono in grado di superare con relativa facilità la crisi bancaria del 1893-94, riuscendo anche a rafforzare la loro posizione, tanto che, passata la crisi, incidevano per il 51 per cento sull'attivo globale di bilancio degli organismi di credito ordinario, contro una quota del 42 per cento detenuta nel 1882. Nei primi anni del nuovo secolo il ruolo da esse svolto diventa