Rassegna storica del Risorgimento
CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
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Libri e periodici
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un esempio da seguire per chi voglia effettuare analoghe indagini per altre province. Va, infine, precisato che la complessità delle questioni affrontate, non deve far ritenere che il volume rivesta interesse solo per gli specialisti; la chiarezza espositiva e le ricorrenti esemplificazioni ne fanno, viceversa, un'opera che può interessare un pubblico vasto e diversificato.
VITTORIA FERRANDINO
RAFFAELE MOLINELLI, Pasquale Turiello. Il pensiero politico e un'antologia degli scritti; Urbino, Argalìa, 1988, in S, pp. 331. L. 35.000.
Il volume raccoglie un'ampia antologia di alcuni tra gli scritti di Pasquale Turiello, offrendo una panoramica pressoché totale su tutte, e sono molte, ile tematiche affrontate dallo studioso napoletano, ricordato dai più in maniera certamente riduttiva quasi esclusivamente per essere stato il primo grande teorico dell'imperialismo italiano. Egli lo fu senz'altro; fu, anzi, un precursore in Italia, -almeno del verbo espansionista, ma non fu sicuramente solo questo. Come si evince agevolmente dalla semplice lettura dei titoli delle sue numerose pubblicazioni (l'intera bibliografia è stata opportunamente inserita dal Molinelli in chiusura del suo lungo saggio introduttivo), vari e di notevole portata furono i campi d'indagine di Turiello: dalla pedagogia aU'aniministrazione statale (con particolare attenzione al problema delle autonomie locali); dalla crisi del parlamentarismo alla questione sociale; dalla politica estera con particolare attenzione al problema coloniale allo spiritismo, bizzarro argomento verso il quale si mostrò attratto nell'ultimo periodo di vita.
In tutti questi campi Turiello profuse pari energie intellettive, anche se come rileva opportunamente Raffaele Molinelli nella prima parte del volume, dedicata all'analisi del pensiero politico dello studioso napoletano (pp. 7-56) i risultati ottenuti si diversificano notevolmente: pur avvertendo la necessità di studiare realisticamente i problemi interni del paese, Turiello non riuscì mai a scavare in profondità nel tessuto sociale cogliendone appieno i dati essenziali e, di conseguenza, non fu in grado di offrirne una sintesi in qualche misura organica come seppero invece fare i vari Pasquale Villari, Sidney Sonnino, Giustino Fortunato, Leopoldo Franchetti. Rispetto a questi personaggi, indubbiamente la figura di Pasquale Turiello non può che assumere contorni sfumati.
Diverso è il discorso quando si passi ad esaminare il panorama della letteratura politica italiana di fine secolo sui problemi internazionali; in questo settore il pensiero del napoletano merita un posto tutto suo, precipuamente in qualità di esperto di politica coloniale. Uomo profondamente immerso nello spirito risorgimentale (politicamente moderato e schierato a destra), Turiello auspicava per il suo paese il compimento dell'unità e l'assurgere ad un ruolo di grandezza assoluta, attraverso il quale l'Italia potesse finalmente recitare un ruolo di primo piano sullo scenario internazionale. Tutto questo risalta con estrema evidenza dalla lettura della sua opera più nota, Governo e governati in Italia (la cui prima edizione data 1882), ove Turiello si esprime con lo spirito del patriota che vuole la sua patria grande e potente; egli ne indica senza mezzi termini le deficienze che ne potrebbero pregiudicare l'ascesa e suggerisce le possibili soluzioni: abbandono, da parte della classe dirigente, del fuorviarne dottrinarismo straniero; studio più approfondito della peculiare realtà nostrana: