Rassegna storica del Risorgimento

CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
anno <1990>   pagina <558>
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Libri e periodici
quello di seguire le proprie curiosità fino a non restare del tutto prigioniero dei propri stessi dettami.
Nel processò che in effetti porta alla mediazione francese tra i responsabili di Tokyo e di Pietroburgo dopo la pace di Portsmouth, e anche per questa via quindi a una saldatura tra l'alleanza continentale franco-russa e l'alleanza oceanica anglo­nipponica, un soddisfacente grado di trasparenza intellettuale viene infatti reso dalla relativa fungibilità che il testo di Ferretti implicitamente suggerisce, presentando il caso, tra Francia e banchieri operanti a Parigi (almeno in questa fattispecie, ovvia­mente, e fino a un certo punto, come sempre); ovvero, correlativamente, tra ambienti della marina nipponica , loro politica filòbritannica, e settori del mondo degli affari nell'impero del Sol Levante; e cosi via. II rilievo circa l'accelerazione avuta da queste e simili interrelazioni dopo la crisi mondiale del 1907, l'interessante abbozzo di possibili nessi fra flussi finanziari attivati da Parigi, politica economica interna, consenso attivo alle regole del Gold Standard, e politica estera giapponese, suscita una catena di interrogativi potenzialmente feconda dd nuove letture dei dati conosciuti (e, possibilmente, di ricerca di nuovi dati).
Accanto a fattori di ordine geopolitico di tipo tradizionale, l'ingresso di tali dinamiche entro il campo visivo permette cioè di seguire lungo percorsi dotati di senso, ovvero di vari possibili sensi, le ripetute oscillazioni avute dalle tendenze di allineamento reciproco delle grandi potenze anche alla vigilia della prima guerra mondiale. In questo contesto colpisce l'omaggio a denti stretti talora formulato in documenti ufficiali nei confronti del principio della porta aperta in Cina (in quanto opposto a una politica di sfere d'influenza e di connesse rendite finanziarie garantite) unito a un'accanita e difensiva ostilità sostanziale nei confronti di quel medesimo principio da parte di chi scriveva, come rivelato dagli scopi di fatto perseguiti: il lettore dei testi messi in evidenza da Ferretti vi coglie anticipazioni della forma che il rapporto Francia-USA per esempio, e in modo particolare avrebbe poi assunto a Parigi nel 1919, sotto l'aspetto ideologico. Allo stesso modo, Ferretti può non essere stato il primo a sottolineare l'interesse manifestato in alcune fasi /o stadi di formazione della politica estera della Wilhelmstrasse (dopo le crisi marocchine e dopo la recessione mondiale del 1907, vorremmo osservare, il che forse non è per caso) verso la proposta americana della porta aperta in Cina. Ma il rilievo che egli dà all'ipotesi di mi allineamento tra Cina, Germania e USA (in quanto paventata da personale addetto all'elaborazione della politica estera nipponica sulla base di segnali colti a Berlino) assume molto senso alla luce dell'approccio metodologico tutt'altro che elementare di cui si è detto; e si deve sperare che il suggerimento implicito venga accolto da adeguate avventure di ricerca e di riflessione.
RAFFAELE D'AGATA
Le carte di Stanislao Cannizzaro, a cura di GIOVANNI PAOLONI e MAURO TOSTI-CROCE (Scritti e Documenti, X); Roma, Accademia nazionale delle scienze detta del XL, 1989, in 8", pp. 201. S.p.
A differenza di quanto avviene negli altri paesi, specie quelli anglosassoni (com­presi gii Stati Uniti), l'Italia non ha dimostrato finora, se non in un'ottica specificamente tecnica, un vero interesse per la storia della scienza intesa, in una prospettiva più ampia, come esame dei suoi collegamenti con l'evolversi della società civile e con il