Rassegna storica del Risorgimento

CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
anno <1990>   pagina <561>
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Libri e periodici 561
quali la Dalmazia spettava all'Italia, cosicché per la seconda volta si dimetterà, nel novembre del 1919, da capo di Stato Maggiore, dopo esser stato promosso, al termine del conflitto, ammiraglio, un grado che, dopo Persano, non era stato più conferito ad alcun ufficiale di marina (principi reali a parte). Ministro della Marina nel primo gabinetto Mussolini {prezzo pagato ben volentieri dal fascismo insieme al dicastero della Guerra a Diaz per assicurare il consenso delle forze armate) riordina la Marina e vara un programma di costruzioni navali di ampio respiro, entrando però ben presto in disaccordo con Mussolini in occasione della fondazione dell'Aeronautica, della crisi di Corfù e, soprattutto, in occasione della approvazione delle disposizioni relative al Comando Supremo (maggio 1925) in cui vede un'improponibile ed impossibile subordi­nazione della Marina all'Esercito, ciò che lo porta, ancora una volta, a rassegnare le dimissioni.
L'Ammiraglio della Vittoria (questo è il titolo dell'ultimo capitolo) non cessa però di interessarsi ai problemi navali: come Grande Ammiraglio (equiparato a Maresciallo d'Italia), grado cui è stato promosso il 4 novembre 1924, egli è in servizio senza limiti di età e fino all'occupazione tedesca si recherà quasi quotidianamente nel suo ufficio al Ministero, non cessando poi di tutelare, in Senato, gli interessi della Marina. Il te, che aveva di lui molta stima, pur non avendolo mai appoggiato nelle crisi che avevano portato alle sue dimissioni nel 1915, nel 1919 e nel 1925, e che lo aveva nominato duca nel 1924, lo volle poi al suo fianco dal 1932 come primo segretario dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, consentendogli così continui contatti che consolidavano i reciproci legami di stima se non di amicizia. Contatti di cui il Grande Ammiraglio si servì nei rigidi limiti imposti dalla gerarchia e dai caratteri chiusi dei due personaggi per cercar di favorire l'uscita dell'Italia dal secondo conflitto mondiale. H 25 luglio sorprese impreparato Thaon di Revel nominato subito dopo Presidente del Senato così come lo sorprese impreparato 1*8 settembre, quando non potè far altro che indicare alla Marina la via del dovere. Con l'occupazione tedesca dovette nascondersi, poi fece in tempo a servire Umberto II, il re di maggio, mentre intorno a lui tutto il suo mondo stava crollando: la monarchia, l'aristocrazia, la Regia Marina; tutto quello in cui aveva creduto era finito, la sua lunga vita lo aveva portato dalle navi di legno alle portaerei, ora il mondo in cui si trovava a vivere era troppo diverso dal suo mondo. Era un sopravvissuto, anzi, meglio, era un simbolo, un vero e proprio simbolo del passato, di un passato glorioso, di una grande Marina; con la sua fermezza, la sua fede, il suo attaccamento agli ideali stava divenendo il simbolo migliore di un mondo appena scomparso. E come tale fu inteso alla sua morte, sopravvenuta il 24 marzo 1948; il suo funerale, svoltosi con la massima solennità alla presenza di tutti i componenti del governo, fu il funerale della vecchia Italia.
Questa lunga, interessante, esemplare vita è stata narrata dall'autore in maniera documentata ed esauriente, ben inserita nelle vicende politiche e militari del nostro paese e della nostra Marina, con l'occhio attento all'uomo, di cui sono sottolineate le rilevanti doti umane e tecniche insieme ai minimi difetti, in genere di carattere, tipici di un uomo che pretende troppo da sé e dal suoi pari.
PIERO CROCIANI
ANGELO FILI PUZZI, Trieste e gli Asburgo. Meditazioni fuori tempo di un mitteleuropeo italiano (Civiltà del Risorgimento, 24); Udine, Del Bianco, 1988, in 8, pp. 336. L. 30.000.
La storiografìa italiana degli ultimi decenni rivolge la sua particolare attenzione