Rassegna storica del Risorgimento
1820 ; LUCCA ; MARIA LUISA DI BORBONE DUCHESA DI LUCCA E DI PAR
anno
<
1921
>
pagina
<
18
>
AI. Menghini
Era questo l'uomo al quale Giuseppe Manzini, nel febbraio
del suo padrone, Io Zar d'Imporsi allo nazioni d'Europa, disporre le ade forse a scaglioni dal Baltico a Koma Uno a minacciare il l'iomonto o la Svizzera ; fina a stipendiar la rivolta nelle provinolo limitrofo della Turchia, Essa, ha ristabilito quella tranquillità, od ha ancora annunziato questo ristabilimento alla Sublimo Parila; J,ol, n> slam sempre prigionieri.
Fummo pregati di aspettare un anno a contaro lui giorno olio noi avevamo varcato la soglia dell'impero Ottomano. Noi aspettammo.
Ci si diceva di contar l'anno dal giorno del decreto d'Internamento. Noi aspettammo sempre con pazienza.
Finalmente si fece sembianza di ttn sentimento d'orrore ad essere piò lungamente nn carceriere dell'Austria, e ci si diodo a sperare, olio all'anniversario del nostro arrivo a Kutaju ci Sarebbe renduta la libertà.
Ebbonel ecco quoll'anniversario. Vediamo che cosa e avvenuto in questo anniversario.
Un povero Ungherese, il quale proferisco come me l'esilio e la morte alla sorvitù, 11 maggiore Domotor, destituito d'ogni mozzo di sussistenza, era venuto, fin già da otto mesi, a dimandarmi consiglio e qualche aiuto per recarsi a Belgrado, affinchè potesse far vouir quivi la desolata moglie Ohe dimorava a Fotervarodin.
Non si trattava che d'umanità. Io gli diodi' nn po' d'aiuto, od egli so no andò a Belgrado.
Giungendo colà egli era già proceduto dallo spionaggio dell'Austria, la quale fiuta dappertutto la mia mano, nel malcontento bon meritato dei suoi popoli oppressi; e che vegetando ella tessa in cospirazione contro Dio, e l'umanità, finta la cospirazione dapertutto. L'Austria dunque l'ha preceduto con la menzognera delazione, olio fosse portatore di miei proclami olla nozione ungherese.
Era una menzogna; no do la mia parola d'onoro. Intanto, sulla fede di spie senza onoro, senza carattere, l'Austria fa arrostare a Semlino la sua povera donna che veniva a raggiungere l'esule marito, e, prezzo della sua liberazione, furono domandati i supposti proclami,
DoinBtor si giustificò davanti al governo Sorviano così llmpidamoute, ohe quel governo, benché non altro ohe dobol vassallo del potente imporo Ottomano, si senti forte abbastanza nella giustizia della sua causo, e lo protesso.
Fu forza lasciar la preda. Si concosso alla povera moglie di raggiungere il marito, ma perà a condizione, ohe Domotor abbandoni Bolgrado immantinente.
L'Austria é debitrice di questo povera donno. Intera la sua eredita, 11 danaro dell'orfana, ò in mano dell'Austria, non per confisca, ma in deposito.
Quindi Domotor si opposo alle insolenti pretese del consolo d'Austria, finché quoata non abbia soddisfatto II debito alla di lui moglie.
Ecco 11 ano delitto. Egli ardi ridomandare l'eredità della povera orfana,
Il governo Sorviano Io ha inoltro sovvenuto o protetto por otto mosi ; ma siccome il console austriaco lo perseguita fieramente, o il Dragomanno dol Fasoialaggio di Belgrado (funzionario dell'Austria, anziché della Sublime Porta) faceva causa comune col consolo, il governo Serbo si é veduto finalmente nella coazione morale di allontanarlo di Bolgrado; ma la causa di lui ora si giusta, elio quel governo, anche allora, gli diade licenza di formarsi in Kraguievaor, perseverando a proteggerlo affinché possa continuarli la ano domanda giudiziaria contro l'Austria.
In tali condizioni, disordinato por questo traslocoinonto, il maggioro DUniOtor, negli affari commerciali, intrapresi por campare la vita onestamente sé e la moglie, e vedendo impossibile di provvedére alla sussistenza dollu moglie nella nittà oh'eragli stata offerta per dimora, fu costretto ad abbandonarlo, senza danaro, esposta a morirò di fame; ed è nuovamente venuto In quei giorni A dimandarmi consigli ed aiuti.
18