Rassegna storica del Risorgimento
CIRCOLI POPOLARI UMBRIA 1848
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1990
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Libri e periodici
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GIOVANNI INVITTO, Felice Balbo. Il superamento delle ideologie (Collana Il pensiero politico e sociale dei cattolici italiani, 10); Roma, Edizioni Studium, 1988, in 16, pp. 12, L. -14.000.
Nell'Introduzione Giovanni Invitto ricostruisce la vicenda intellettuale e umana di Felice Balbo dai tempi della sua formazione universitaria fino agli ultimi scritti. In una prima fase (1945-1946) Balbo pensa alla possibilità di una purificazione del marxismo dai marxismi storici e nel contempo pensa alle possibilità di una diversa, originaria e vera presenza dei cristiani nel mondo. Il problema dell'incontro fra cattolicesimo e marxismo è in questa prima fase il problema centrale. Dal '48 in poi, il nesso cristianesimo-marxismo diverrà tema secondario rispetto a quello delle forme nuove dello sviluppo (p. 20). La conciliabilità fra religione e marxismo è ammessa dal Balbo non astrattamente, ma nella prassi storica, nel lavoro unitario di una 'liberazione che è, insieme, religiosa e politica, cioè umana , e richiede un salto qualitativo nel marxismo (p. 22). Progressivamente, matura in Balbo la convinzione che il marxismo ha bisogno di correzione sostanziale (p. 30), non solo di integrazione o inveramento, anche se il marxismo rimane come forte esigenza di giustizia . Ma per Balbo non è mai una struttura organizzativa, politica o economica, a dare la giustizia sociale, ma l'ethos trasformato e sviluppato (p. 31).
Nel periodo 1958-1964 è la fase del pensiero di Balbo chiamata della nuova politica . Il punto di partenza risente ancora di alcuni temi della sociologia americana che Balbo ha avuto il merito di introdurre in Italia. Trova espressione matura anche il suo tomismo, la cui peculiarità consiste nel suo adattarlo a un progetto non utopico di sviluppo, dove la partecipazione diventa cifra dell'essere, nella sua dimensione metafisica e nel suo fenomenizzarsi sociale (p. 36). Diventa impossibile discriminare nel marxismo una parte accettabile e una parte inaccettabile. Cade ogni distinzione tra materialismo storico e materialismo dialettico <p. 40). La via principe per lo sviluppo, delineata nell'ultima opera, incompiuta, Essere e progresso, è la programmazione come struttura aperta e non predeterminata. Non c'è per Balbo giusta pianificazione se si prescinde dalla riconversione filosofica all'essere. Occorre mettere in atto un adeguato filosofare che dia la possibilità di scoprire i fini a cui orientare lo stesso programma {p. 42). Secondo l'Invitto, pur nel variare delle posizioni ci sono alcune costanti che danno coerenza al pensiero politico di Balbo: il rifiuto delle ideologie anzitutto, intese come miti dilatori e ingannevoli, la distinzione tra vissuto di fede, dogma e impegno sociale e civile, la ripresa della filosofia come necessaria alla realizzazione di imo sviluppo che non è mai solo politico o economico (p. 44).
Nella seconda parte sono presentati alcuni testi di Balbo, scelti fra quelli meno noti. È data preminenza agli scritti successivi al 1958, per la convinzione che il Balbo, che è ancora suscettibile di ulteriori approfondimenti, è quello della seconda metà degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta. Completano il volume una breve storia della crìtica su Balbo e una "bibliografia degli studi sa di lui.
MARIO TOSTI