Rassegna storica del Risorgimento

HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; SPAVENTA SILVIO
anno <1991>   pagina <4>
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Carlo Ghisalberti
Nella cultura germanica, più. consapevolmente ed in modo più ela­borato che nelle altre, e ciò perché l'ideologia tedesca da questo angolo visuale era destinata ad apparire emblematica, la coniugazione dell'idea dell'Unità nazionale con la forma Stato era l'elemento caratterizzante e qualificante di una riflessione che si farà vieppiù densa di spessore politico e di forza ideale. E ciò anche se nel corso dell'egemonia franco­napoleonica, della non collaborazione e della resistenza armata all'invasore straniero, quella cultura, nel romanticismo nazionalistico che la dominava, non parve del tutto omogenea né sempre monocorde nel definire l'effettivo carattere di uno Stato nazionale ed insieme la sua reale valenza istitu­zionale e politica. Ma in modo più chiaro e maggiormente limpido nella sua formulazione, tale simbiotica coniugazione tra i due concetti di Stato e Nazione parve assumere, anche per l'apporto ad essa attribuito dal giovane Hegel (o, almeno, così in Italia venne interpretata), il ruolo di motivo esplicativo di un'intera epoca della storia della cultura politica, quella appunto destinata a portare alla formazione ed all'apogeo dello Stato nazionale, manifestazione per i tempi considerata la più alta e la più avanzata dell'incivilimento umano nel suo svelarsi storico e nel suo divenire politico e giuridico.3)
Il carattere rivoluzionario del pensiero hegeliano, il suo differen­ziarsi in modo estremamente chiaro dalle affermazioni apparentemente statualistiche e nazionalistiche, ma in realtà conservatrici se non addirit­tura effettivamente reazionarie dei molti che in Germania non collabora­rono o si opposero, specie dopo il 1812 e la fine in Russia della Grande Armée, alla rivoluzione ed alle sue conquiste civili e giuridiche, diede ad esso un senso particolare. E gli attribuì un connotato che facilitò natu­ralmente la sua recezione, o, meglio, forse, la sua rielaborazione in altri ambienti politici e culturali dalla tradizione intellettuale e dalle condizioni ambientali, ben differenti da quelle del mondo tedesco dei tempi del­l'egemonia franco-napoleonica.
Tali ambienti erano ormai proclivi a ritenere che solo l'esistenza di Stati nazionali, anche se non puntualmente definiti nelle loro forme istitu­zionali e nei loro contenuti etico-politici, avrebbe rappresentato la via deU'incivJlimento e del progresso. È naturalmente difficile in questa sede dare rapidamente conto della diffusione della conoscenza e, quindi, della incidenza effettiva della cultura tedesca dello Stato in generale e soprat­tutto dell'Hegel politico in Italia. E ciò perché, malgrado gli sforzi com­piuti per individuare i canali di diffusione, i centri di irradiazione, i
3) Emblematico al riguardo è il famoso passo della Filosofia dello spirito, sez. II, n. 549, in G. W. F. HEGEL, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, traduzione, introduzione e note di B. CROCE, IV edizione con un'introduzione di C. CESA, Bari, UL, 1980, voi. II, p. 522: Nell'esistenza di un popolo lo scopo sostanziale è di essere uno Stato e di mantenersi come tale: un popolo senza formazione politica (una nazione come tale) non ha propriamente storia: senza storia esistevano i popoli prima della formazione dello Stato, e altri anche ora esistono, come nazioni selvagge. Ciò che accade a un popolo e ha luogo entro di esso, ha il suo significato essenziale nella relazione verso lo Stato: le mere particolarità degli individui sono massimamente lontane da quell'oggetto che è di pertinenza della storia .