Rassegna storica del Risorgimento
HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; SPAVENTA SILVIO
anno
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1991
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Carlo Ghisalberti
Ed anche permetteva, per l'efficace apoditticità di certi suoi assunti, di trarne ammaestramenti essenziali ai fini della costruzione di uno schema ideologico sul quale poter basare i fondamenti teorici di un processo risorgimentale italiano in atto, pur nella consapevolezza della diversità delle circostanze storiche e delle condizioni ambientali caratterizzanti la Germania e l'Italia,
Di qui il ruolo degli hegeliani napoletani che, al di là ed oltre il loro apporto concreto alla realizzazione dell'unità nazionale ed alla costruzione dello Stato italiano, seppero dare, ed il pensiero va naturalmente a Silvio Spaventa ed a suo fratello Bertrando più che ad ogni altro, un senso a quel processo definendolo a livello ideologico sulla base di categorie e di concetti ricavati anche e, qualche volta soprattutto, dalla meditazione sullo Hegel politico degli anni che videro il suo impegno innovativo o, addirittura, ma in un senso, che sarà fatto proprio da certa parte della cultura italiana, effettivamente rivoluzionario. Per rivoluzionario in questo caso si deve intendere l'impegno liberale e nazionale posto dal filosofo di Stoccarda sul piano della teoresi politica alla costruzione di uno Stato tipologicamente moderno, impegno riconosciuto dai suoi interpreti meridionali e da essi totalmente recepito a livello ideologico in un'accezione successivamente spesso snaturata da certa storiografìa proclive a connotarlo ed a qualificarlo in una visione interpretativa piuttosto forzata, non giustificabile per i suoi criteri ed i suoi contenuti marxiani7)
La lotta per la realizzazione di questo alto obiettivo, e cioè lo Stato moderno, era già in atto in Italia da un cinquantennio almeno: né ora vale la pena di aprire un discorso sull'annoso e sempre centrale tema delle origini del Risorgimento le cui manifestazioni prime sono state variamente ricercate ed interpretate nel pensiero storico, ormai vieppiù deciso a legarle alle vicende della Rivoluzione francese e dell'Impero napoleonico che ne è stato la conseguenza. È d'uopo invece considerare la svolta rappresentata dall'acquisizione da una larga parte della coscienza politica italiana di molti elementi elaborati nella riflessione hegeliana sullo Stato in generale e su quello nazionale in particolare al quale aveva dedicato la sua attenzione di filosofo di Stoccarda nei suoi anni più verdi, gli anni della spietata analisi sulla realtà tedesca, della dura critica al diritto naturale ed alla tradizione recepita e, soprattutto, dell'attesa
i dati e le indicazioni anche bibliografiche raccolte nel volume Silvio Spaventa politico e statista dell'Italia unita nei documenti della Biblioteca civica Angelo Mai, Mostra bibliografica e documentaria, Bergamo, 1990.
7) Non è questa la sede per illustrare la sconfinata letteratura sulle diverse interpretazioni dell'opera e del pensiero dei filosofo di Stoccarda. Tra le interpretazioni in chiave dichiaratamente progressiva, e, pertanto, politicamente avanzata, essenziale tuttora M. RIEDEL, Hegel tra tradizione e rivoluzione, Bari, 1975, che dedica molto spazio alle diverse letture dell'opera hegeliana (particolarmente pp. 91 sgg.). Di qualche utilità, tra gli altri scritti, gli Atti del Convegno di Studi hegeliani, in Enciclopedia '72, Roma, 1971, che contiene anche il saggio di P. PIOVANI, Introduzione a Incidenza di Hegel (pp. 343 sgg.). Ma soprattutto si veda ]. RITTER, Hegel e la rivoluzione francese, Napoli, 1970, con prefazione di G. CALABRO. Dello tesso G. CALABRO, si veda anche la nota Hegel e lo Stato nazionale in un giudizio di F, Meinecke, in Clio, n. 14, 1970, pp. 143 sgg.