Rassegna storica del Risorgimento

HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; SPAVENTA SILVIO
anno <1991>   pagina <10>
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Carlo Ghisalberti
una maggiore e pregnante riflessione sul fine da conseguire, riflessione che affondava le sue radici teoretiche nella natura stessa del rapporto destinato a saldare intimamente la nazione con lo Stato in una forma alla fine del Settecento italiano non ancora del tutto percepita.15) Una forma nella quale la nazione si poteva realizzare solo nello Stato che ne era l'espressione organizzata politicamente più vera e la manifestazione storica più. autentica, una forma nella quale quella avrebbe riflesso in questo la sua coscienza.
Ne II Nazionale, dagli storici del Quarantotto sempre largamente letto, studiato ed interpretato anche se in modo talvolta al di là dei suoi reali contenuti in funzione di ideologie politiche di un futuro allora estraneo ai suoi redattori,16) trapela chiaramente questo rapporto, espresso con un linguaggio e con una profondità ben altrimenti consistenti di quelli usati in altre affermazioni liberali ed indipendentistiche dell'epoca. E ciò non sul piano meramente pragmatico o politico ove simili affer­mazioni abbondano riflettendo, con maggiore o minore intensità, analoghi sentimenti patriottici e risorgimentali; quanto, invece, sul terreno più dichiaratamente teoretico ove l'idea dello Stato appariva qualificata ed arricchita -per tutta quella serie di attributi che la dottrina filosofico-giuridica hegeliana aveva identificato ed al tempo stesso fatto conoscere alla cultura liberale dell'epoca, disponibile a recepirla e farla propria per i tramiti nella quale si era diffusa.17)
L'Italia, però, non era la Germania e diversa, quindi, la problematica nazionale vieppiù concepita nella penisola e, specie nel Mezzogiorno, in chiave indipendentistica ed unitaria. Di qui la particolare insistenza del gruppo hegeliano napoletano per il tema dell'unicazione, ossia d'uno Stato più vasto che non sarebbe qualunque governo particolare , unifica­zione di fronte alla quale qualunque tappa o qualsiasi conquista avrebbe dovuta essere considerata come temporanea ed intermedia.18) Perché solo lo Stato nazionale restava l'obiettivo del processo risorgimentale, indipen-dentistico, unitario e liberale insieme.
Tradizione, cultura e politica spingevano alla sua realizzazione ed in questo senso, esaltando ciò che aggregava ed insieme indicando i fini, immediati od ultimi, da raggiungere, il giornale inaugurava una nuova fase del pedagogismo politico risorgimentale suffragando l'azione rivoluzionaria con l'esplicazione dei suoi obiettivi e delie tappe da conseguire in itinere.
i5> Interessanti osservazioni in S. RICCI, La memoria del '99 nel Quarantotto napoletano, in Gli hegeliani di Napoli e la costruzione dello Stato unitario, cit., pp. 55 sgg.
M) Tale, ad esempio, appare l'Interpretazione che del giornale ha dato a suo tempo C VACCA, Politica e filosofia in Bertrando Spaventa, Bari, 1967, pp. 11 sgg.; dello stesso vedi anche Recenti studi sull'hegelismo napoletano, in Studi storici, 1966, fase. 1, pp. 159 sgg,
l?) Interessanti osservazioni al riguardo in R. FRANCHINI, La Fenomenologia dello spirito e flkèa di coscienza nazionale in Bertrando Spaventa, in Gli hegeliani di Napoli e la costruzione dello Stato unitario, cit., pp. 139 sgg.
1 // Nazionale, n. 38, 18 aprile 1848.